Terza corsia in A4, non c’è più tempo

Il presidente di Autovie, Terpin, scrive a Tondo e Riccardi: termini strettissimi per reperire le risorse finanziarie

UDINE. Due date, 31 marzo 2011 e 5 giugno 2012. Una consapevolezza, non c’è più tempo. Il contratto per il maxi-mutuo indispensabile a realizzare la terza corsia dell’A4 va sottoscritto. È il condensato della lettera che il presidente di Autovie Venete, Emilio Terpin, ha inviato a tutti i protagonisti chiamati a decidere sull’allargamento della Venezia-Trieste. Al governatore Renzo Tondo, all’assessore alle Finanze Sandra Savino, al commissario per l’A4 Riccardo Riccardi, al presidente di Friulia Edi Snaidero e al direttore generale della finanziaria Gianmarco Zanchetta. Tre fogli per fare il punto della situazione.

Le date La missiva di Terpin – che ieri dovrebbe aver visto Tondo e Savino, ma cercato più volte non ha risposto al telefono – è datata 5 giugno 2012 e comincia dal riepilogo dei tempi. Scrive che nell’ottobre 2010 Autovie decide di dare il via alla ricerca delle risorse necessarie per l’opera, circa 1,8 miliardi. E l’iter parte con la richiesta a 23 istituti bancari, non solo nazionali, a presentare un’offerta. Il 31 marzo 2011 arriva una sola proposta, formulata da un pool di banche (Biis, Unicredit, Mediobanca, Mps, Credit Agricole, Bnp Paribas, Natixis e Deutsche Bank), «offerta – si legge nella lettera – sostanzialmente basata sulla presenza della garanzia da parte della Cassa depositi e prestiti (Cdp)». Viene così costituita una commissione che l’11 maggio 2011 sintetizza l’operazione finanziaria, con scadenza al 15 novembre 2011. «Dopo avere registrato significative difficoltà – scrive Terpin – al rilascio della garanzia da parte del Cd», viene avviata una trattativa con il pool di banche, che nel frattempo conferma il perdurare dell’interesse all’operazione. Il 28 marzo 2012 viene inviata agli istituti bancari la contro-offerta, un documento nel quale si sottolinea il «necessario e irrinunciabile» coinvolgimento di altri soggetti oltre ad Autovie, come Friulia, la Regione e il Commissario. Perché? Per il “pacchetto di garanzie” richiesto dalle banche.

Il maxi-mutuo La Cdp ha garantito l’appoggio finanziario di 900 milioni. Gli altri 900, invece, dovrebbero arrivare dalla Bei – Banca europea per gli investimenti – e dal gruppo di banche, cioè 200 milioni dalla Bei e 700 dagli istituti di credito attraverso una “provvista” messa a disposizione del pool di banche sempre dalla Bei.

Le garanzie richieste Terpin lo scrive. «Gli impegni maggiormente significativi sono rappresentati dal “pacchetto delle garanzie” a supporto degli obblighi di rimborso del finanziamento da parte della società comprensive del pegno sulle azioni della società appartenenti ai “soci rilevanti” (Friulia, ad esempio, detiene l’86,5% di Autovie), i vincoli relativi alla distribuzione dei dividendi e l’impegno a far eventualmente fronte all’apporto di capitali da parte dei soci».

Il presente Ormai da tempo, sostiene il presidente di Autovie, gli attori conoscono i termini «essenziali e irrinunciabili dell’operazione» e a tutt’oggi non sono ancora state rese note le rispettive formali posizioni sull’accettabilità e la sostenibilità delle condizioni proposte.

Si acceleri È il monito che viene da Terpin. «Autovie, nella consapevolezza che il decorso del tempo inesorabilmente riduce gli spazi utili alla definizione dell’operazione, ha ritenuto di procedere assieme con le strutture tecniche preposte – il Comitato ristretto, il gruppo di lavoro e il Legal tax advisor – alla redazione di un documento riepilogativo con l’indicazione dei tempi da rispettare e delle competenze per poter auspicabilmente giungere alla sottoscrizione del contratto di finanziamento in tempi ancora utili». Poi il presidente di Autovie avvisa: «Il rispetto dei termini non appare più in alcun modo differibile».

Il commissario per la A4 Incombe anche la scadenza fissata dal governo per la struttura commissariale, il 31 dicembre 2012. La Regione ha chiesto la proroga di un anno e non c’è molto tempo per fare la terza corsia. «Appaiono ormai ridottissimi i tempi – prosegue la lettera – entro cui acquisire le posizioni formali di tutti i soggetti coinvolti e poter avviare le nuove procedure di gara».

Le conseguenze La conclusione di Terpin è senza appello. «Va da sè che ove non si voglia o non si ritenga opportuno seguire questo percorso, ogni eventuale ipotesi di finanziamento costruita su questi elementi e su questa procedura appare destinata a tramontare definitivamente». Bisognerebbe, insomma, ricominciare da capo, con condizioni diverse, mercati instabili e con il rischio che Bei si sfili.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto