Territorio mappato ed edifici censiti: così Ogs e studenti prevengono i terremoti

Presentati i risultati del lavoro che ha coinvolto otto scuole friulane. «Dati fondamentali per l’elaborazione di piani di emergenza»

Annachiara Baratto

Una giornata dedicata alla scienza applicata, alla memoria storica e alla formazione delle nuove generazioni: questo il cuore dell’incontro “Cedas: censimento dell’edificato per la stima del danno sismico”, svoltosi ieri nella sala “Paolino d’Aquileia”.

Organizzata dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – Ogs e dal liceo scientifico “Niccolò Copernico”, l’iniziativa ha coronato un progetto pluriennale che ha coinvolto otto scuole della regione, unendo educazione, ricerca e cittadinanza attiva.

Guidati dai ricercatori dell’Ogs, gli studenti hanno realizzato un censimento degli edifici nei propri comuni, raccogliendo oltre 2 mila schede tecniche utili per stimare il rischio sismico. L’attività ha permesso agli studenti di confrontarsi con dati reali, acquisire consapevolezza delle vulnerabilità locali e contribuire alla resilienza delle comunità.

Dopo i saluti istituzionali – tra cui quelli della direttrice generale dell’Ogs, Paola Del Negro, del dirigente scolastico Paolo De Nardo e dell’assessore comunale con delega alla Protezione Civile, Andrea Zini– la conferenza è proseguita con un ricordo del terremoto del Friuli del 1976, evento cardine per la cultura sismica regionale, e con la storia della Rete sismometrica Ogs.

L’ingegnere Giacomo Borta, intervenuto per l’Ordine degli ingegneri, ha sottolineato il ruolo delle costruzioni nella riduzione del rischio sismico. De Nardo ha definito il progetto Cedas «un’opportunità unica» per coniugare scienze e umanesimo, sviluppando competenze trasversali e senso civico nei ragazzi.

Le classi 4Alsa, 4Blsa e 4Elsa del liceo udinese hanno presentato i dati raccolti, evidenziando l’efficacia della nuova piattaforma digitale per il censimento, capace di rilevare parametri fondamentali come l’epoca di costruzione, ristrutturazioni, terrazze o locali commerciali.

La ricercatrice Chiara Scaini ha spiegato le tecniche di analisi, valorizzando il contributo civico nella raccolta dei dati. Il direttore del Centro di ricerche sismologiche, Matteo Picozzi, ha ribadito l’importanza della conoscenza di pericolo, esposizione e vulnerabilità per una società resiliente. «Solo con formazione e consapevolezza – ha detto – possiamo affrontare le emergenze».

Durante la tavola rotonda conclusiva, esponenti della Protezione civile, ingegneri, docenti e ricercatori hanno evidenziato il valore educativo, scientifico e sociale dell’iniziativa.

Aldo Primiero, rappresentante per la Protezione civile regionale, ha definito i dati raccolti «fondamentali per elaborare piani di emergenza più efficaci e per conoscere meglio le fragilità del nostro territorio».

Il progetto ha inoltre ricevuto riconoscimenti a livello europeo, con la presentazione dei risultati all’European geosciences union annual meeting, dimostrando come un’azione educativa locale possa contribuire al dibattito scientifico internazionale sul rischio sismico.

L’iniziativa rientra infine nei progetti Pnrr return e Smile, confermando l’impegno dell’Ogs nel collegare ricerca, istituzioni e cittadini in un’ottica di prevenzione e formazione. 

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