Terreni inquinati, a Porcia bonifica lontana

Da quasi dieci si lavora nell’area di via Sant’Angelo, contaminata dal deposito di rifiuti industriali
PORCIA. Sono trascorsi quasi dieci anni dalla scoperta dei terreni contaminati in via Sant’Angelo, ancora lontani dall’essere sottoposti a bonifica. Il Comune di Porcia ha ricevuto, due anni fa, un contributo di 65 mila euro per eseguire la caratterizzazione e l’analisi di rischio del sito, la cui esistenza è nota sin dal 2008, come confermato da una serie di prelievi effettuati dall’Arpa e dall’Azienda sanitaria.


L’area “incriminata”, nella quale sono presenti abitazioni, risulta contaminata da rifiuti industriali interrati presumibilmente negli anni Sessanta e Settanta. La presenza di questo tipo di materiale ha provocato l’inquinamento dell’acqua che scorre nel fossato interpoderale tra le proprietà Presot e Zaina, per la quale vige il divieto di utilizzo per l’irrigazione dei terreni o per qualsiasi altra forma che implichi il contatto con gli esseri umani.


La discarica era stata individuata grazie alla segnalazione dei privati che possiedono i terreni in questione, mentre l’iter per la bonifica era stato avviato nel 2009, quando la Direzione centrale ambiente della Regione aveva approvato il piano di caratterizzazione del sito redatto dalla eAmbiente srl, a seguito di un incarico da parte del Comune di Porcia. Con un nuovo e recente investimento di 9.100 euro a inizio anno era stato commissionato alla medesima ditta il compito di sviluppare il piano di caratterizzazione e approfondire la valutazione dei rischi ambientali dovuti alla presenza del materiale sotterraneo che attende di essere rimosso.


L’ultimo atto, che risale a fine luglio, è l’affidamento ad Arpa, da parte del Comune di Porcia (per un importo di 25 mila euro, attinti dal contributo regionale), del compito di validare le analisi riferite al medesimo piano di caratterizzazione. L’iter per la bonifica del sito, insomma, procede a rilento con tutte le complicazioni del caso, legate prima di tutto alla necessità di reperire i costi per il risanamento.


Un caso simile (e precedente) a via Sant’Angelo è quello di via Rustighel, dove risulta inquinata una zona di alcune migliaia di metri quadri, che oggi insiste su sei proprietà private più un tratto di demanio regionale.


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