Terremoto del Friuli, 38 anni dopo: alla Goi incontra chi gli salvò la vita

GEMONA. Si ritrovano per la seconda volta in 38 anni nel punto in cui uno rischiò la vita e l’altro gliela salvò. Oggi, le commemorazioni in vista del prossimo 6 maggio alla caserma Goi Pantanali in programma nella mattinata, avranno una storia nuova da ricordare iniziata proprio fra le macerie della Goi all’indomani del terremoto del 1976.
La storia è quella dei due alpini Amedeo Sottana e Angelo Del Bianco: il primo rischiò di perdere la vita dopo essere rimasto sotto le macerie per 24 ore (il sisma gli causò anche la perdita di una gamba), mentre il secondo lo tirò fuori dopo un pomeriggio intero assieme ad altri quattro uomini.
Se Amedeo Sottana, originario di Zerobranco (Treviso) in passato ha già avuto occasione di partecipare alle cerimonie della commemorazione di maggio alla Goi-Pantanali per ricordare i 29 commilitoni che persero la vita in quella tragica notte, Angelo Del Bianco, proveniente da San Martino al Tagliamento e che allora apparteneva al gruppo del Belluno come sottotenente a Pontebba, ha potuto incontrarlo solo un mese fa in un incontro a sorpresa organizzato dalle Ana di Zerobranco e Treviso, e scoprire solo allora, dopo 38 anni, chi era il suo salvatore.
Oggi, a Gemona i due si ritroveranno alla Goi per la seconda volta: «Quando il giorno dopo del terremoto - ci ha raccontato Angelo Del Bianco - riuscimmo a tirar fuori dalla macerie Amedeo Sottana era già notte e io ricordo solo suo padre che ci ringraziava e voleva sdebitarsi, ma in quei momenti la priorità erano certamente le condizioni di suo figlio dopo tante ore trascorse a rischio di non farcela. Dopo di che non li rividi più. Poi, essendo sempre rimasto vicino all’Ana, mi capitò di scoprire che Sottana partecipava alle commemorazioni a Gemona, così con la collaborazione tra i gruppi di Treviso e Zerobranco ci siamo ritrovati un mese fa».
Da quell’incontro, la volontà successiva di partecipare insieme oggi alle celebrazioni in programma alle 10.30 alla Goi, un modo per ricordare una notte terribile: «Ricordo - ci ha raccontato Angelo Del Bianco - che il giorno dopo il terremoto, da Pontebba eravamo venuti in soccorso a Gemona dove, arrivati alla Goi, inizialmente mi ordinarono di liberare l’arsenale».
Fu allora che il sottotenente Del Bianco si mise all’opera tra le macerie notando un uomo (il padre di Sottana) che gridava disperato e scoprì che Sottana era stato individuato fra le macerie ma, nella confusione del momento, nessuno si stava occupando di lui: «Presi con me cinque uomini - conclude Del Bianco - e scavammo tutto il pomeriggio, con mezzi anche improvvisati, finché riuscimmo a liberare Amedeo che era rimasto incastrato sotto un tubo con il corpo di un collega commilitone morto fra le braccia».
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