Terremoto all’Università di Udine, dimissioni a Ostetricia

UDINE. La laurea in Ostetricia diventa interateneo (gestita con Trieste) e il direttore del corso, Diego Marchesoni, si dimette. Il professore ordinario arrivato da Padova diversi anni fa, ha lasciato l’incarico perché il rettore, Alberto Felice De Toni, ha deciso di perdere l’autonomia del corso senza tener conto del parere negativo espresso dal dipartimento di Scienze mediche. Alla base, sono le parole dei contrari, ci sarebbe stata la volontà politica per favorire l’apertura della scuola per tecnici della riabilitazione psichiatrica a Trieste.
«Per correttezza mi sono dimesso», conferma Marchesoni ricordando che, a Udine, la scuola di Ostetricia è attiva dal 1930 e fino all’istituzione della facoltà di Medicina era retta dall’università di Padova.
«La facoltà di medicina - ricorda Marchesoni - è nata sulla base di questa scuola, una tradizione non deve essere interrotta per motivazioni non reali». Tutto è iniziato quando la Regione ha messo a disposizione per i corsi di Ostetricia 50 mila euro invitando le università di Udine e Trieste a decidere se: alternare il corso un anno a Udine e uno a Trieste; dividere il budget a metà tra i due atenei mantenendo l’autonomia oppure creare un corso interateneo.
«Questi - aggiunge Marchesoni - erano i termini con cui ci eravamo lasciati con il dottor Marcolongo, pochi giorni dopo però abbiamo appreso che le università di Udine e Trieste, in maniera congiunta, avevano chiesto di creare, per motivi economici, il corso interateneo».
Convinto che alla base della scelta i menzionati motivi economici non sono reali, Marchesoni ha gettato la spugna: «Essendo un funzionario dello Stato ho detto va bene, ma sappiate che state facendo un errore madornale, accettate un interateneo al buio senza conoscere le motivazioni».
Il consiglio di dipartimento di Scienze mediche, infatti, ha bocciato la trasformazione del corso di Ostetricia in interateneo e i suoi rappresentanti hanno votato contro in Senato accademico. «Il rettore ha deciso ugualmente - insiste Marchesoni -di andare in interateneo e quindi, per correttezza, mi sono dimesso».
Il professore non ha condiviso la scelta non solo perché si tratta del primo corso di laurea in Ostetricia interateneo in Italia «e questo - sottolinea - crea un precedente pericoloso perché di mezzo ci sono i pazienti», ma anche perché «a Trieste le lezioni per ostetricia vengono fatte dagli infermieri. Senza contare che l’università di Padova chiede 65 posti e il Friuli 25». Al momento il corso di Udine è programmato per 10 matricole all’anno.
Nonostante il rettore gli abbia chiesto di ritirare le dimissioni da presidente del corso, Marchesoni non molla: «Resto sulle mie posizioni - ripete - le ritirerò quando si manterrà l’autonomia del corso». Il professore non esclude che a monte ci sia stata «la volontà politica per favorire l’apertura della scuola per tecnici della riabilitazione psichiatrica a Trieste a scapito di ostetricia».
Intanto serpeggia la preoccupazione perché, nonostante le legge lo preveda, a Udine non è ancora stato istituito il Consultorio che darebbe la possibilità di dimettere prima dall’ospedale le neo mamme.
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