Tentato omicidio, condannato a 5 anni

È stato condannato a cinque anni di reclusione per tentato omicidio Antonio Atteso, il pugliese di 31 anni, che la sera del 21 maggio scorso, a Monfalcone, aveva aggredito e accoltellato il trentenne Salvatore Cirielli, abitante nella città dei cantieri, ma di origini campane. Ma Atteso ha rischiato una condanna più dura: il pm Laura Collini aveva chiesto otto anni, ma a ridurre la pena è stato il fatto che il giudice delle indagini preliminari, Paola Santangelo, ha ritenuto le attenuanti equivalenti alla contestata recidiva. Il difensore di Atteso, l’avvocato Massimo Bruno, in via primaria ha chiesto l’assoluzione del suo assistito e in subordine un ridimensionamento dell’episodio sostenendo l’esistenza della provocazione da parte della parte lesa. Ma quest’ultima ipotesi non è stata accolta dal giudice. Atteso ha invece potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena perché ha scelto il rito abbreviato. L’imputato è stato condannato al risarcimento dei danni nei confronti di Cirielli, costituitosi parte civile con l’avvocato Sascha Kristancic, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 15mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali sostenute dalla parte civile. Dopo la sentenza emessa dal giudice, l’avvocato Bruno ha già anticipato che «una volta letta la motivazione sarà presentato ricorso in appello». Il fatto che ha portato al processo è avvenuto in via della Resistenza. A scatenare l'aggressione sono stati futili motivi legati a dissapori familiari tra Atteso e Cirielli. I due protagonisti si conoscevano e fino a non molto tempo prima dell’accoltellamento si frequentavano: poi il rapporto di amicizia si è logorato fino a rompersi definitivamente. L'aggressione era avvenuta dinanzi alla casa di Atteso. Cirielli, secondo la testimonianza resa dalla moglie ai carabinieri all’indomani del fatto, si era fermato con l'auto - all'interno, oltre alla moglie, c'erano i tre figli minori - per parlare con un conoscente. È stato notato da Atteso, che è sceso in strada con il coltello in mano. L’uomo ha prima colpito con un calcio la portiera dell'auto. Cirielli allora è uscito dalla vettura per chiedere spiegazioni. Sono stati attimi. Cirielli è stato colpito più volte alla testa con un pugno di ferro e poi sono seguite le ferite all'addome e alla schiena inferte con un coltello da cucina con una lama di 22 centimetri. Poi i soccorsi. La corsa dell'ambulanza all'ospedale di San Polo e l'intervento chirurgico a Cirielli per tamponare le lacerazioni causate dalle cinque coltellate. Coltellate che, secondo il professor Carlo Moreschi, consulente della Procura, avrebbero potuto causare la morte di Cirielli. Atteso si era consegnato ai carabinieri, ma questo non gli aveva impedito la custodia cautelare in carcere. Attualmente Atteso si trova agli arresti domiciliari, a Brescia.
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