Tenta di prendere i soldi del distributore di sigarette: denunciato

UDINE. Usando stuzzicadenti e qualche gancio metallico era riuscito a trasformare un distributore di sigarette di via Aquileia in una sorta di bancomat personale. Per questo un quarantenne udinese è finito nei guai.
Sorpreso l’altra notte da due carabinieri in borghese, che lo attendevano all’interno della rivendita di tabacchi numero 23 (al civico 77), l’uomo è stato trovato in possesso di arnesi metallici che sono stati posti sotto sequestro. Nei suoi confronti è poi scattata una denuncia a piede libero per ipotesi di furto e tentato furto. E i militari della stazione di Udine - che hanno effettuato tutta l’attività investigativa e anche il blitz in negozio sotto la guida del luogotenente Arcangelo Lo Bianco - stanno ancora svolgendo accertamenti per capire se il quarantenne abbia agito anche con l’aiuto di un complice, un uomo di mezz’età.
«Da più di un anno eravamo vittime di questi furti - racconta il titolare -, dapprima abbiamo pensato a qualche danneggiamento estemporaneo. Poi abbiamo sperato che il ladro in questione la smettesse. Infine abbiamo deciso di installare un sistema di videosorveglianza per riuscire a venire a capo di questa vicenda che, oltre ai danni economici, ci stava provocando anche gravi danni di immagine e perdita di clientela».
Grazie ai video, i proprietari hanno ben presto capito che i “prelievi” avvenivano nottetempo e più volte alla settimana grazie all’ostruzione della fessura in cui si mettono le banconote con alcuni stuzzicadenti (puntualmente recuperati al mattino dalla proprietaria). Il trucco impediva al denaro di scendere normalmente nel distributore e così l’erogazione delle sigarette non avveniva, nonostante l’introduzione del contante. Il malcapitato dunque, rimaneva senza soldi, senza alcuno scontrino che dimostrasse l’acquisizione di un credito e appunto senza pacchetto di sigarette.
E al mattino dopo per i gestori erano “dolori” in quanto i “beffati” si presentavano in negozio, spesso senza risparmiare insulti. «Questa storia ci ha provocato grande malessere e continui litigi con la gente per qualcosa di cui non eravamo responsabili. Tante volte abbiamo risarcito di tasca nostra le persone.
Abbiamo quindi deciso di fare denuncia dai carabinieri anche perché gli ammanchi erano consistenti: l’incasso settimanale si era ridotto di due terzi, passando da circa 400-600 euro a poco più di 200. Poi ultimamente abbiamo saputo che la nostra non è l’unica tabaccheria di Udine che è stata vittima di furti di questo genere. Ma noi forse siamo stati gli unici a volerci vedere chiaro».
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