Tenta di impedire che l’aereo venduto all'asta prenda il volo per l’Olanda

PORDENONE. «Quell’aereo non deve partire». Di buon mattino il presidente del Museo storico aeronautico del Friuli Venezia Giulia Giovanni Follador si è presentato davanti all’aerocampo della Comina. «Intendo impedire che quel velivolo storico lasci l’Italia».
Una vita per i “mezzi del volo” ritiene che quel Cessna debba stare dentro il museo. Ma è stato assegnato, all’asta, per 9 mila euro (valore iniziale 185 mila euro): in Comina è solo custodito in attesa che l’acquirente ne prenda possesso.
«Potrebbe lasciare l’Italia per l’Olanda entro mercoledì, decollare da una pista “cancellata” dai disciplinari dell’aviazione», reclama Giovanni Follador che ha “presidiato” l’ingresso dell’aeroclub dalle 8 alle 12. A metà mattina è arrivata anche una volante della polizia di Stato alla quale ha spiegato il motivo della singolare “sosta”. «Gli agenti sono stati molto gentili e comprensivi così come il commissario della Digos al quale ho spiegato il motivo della mia presenza».
Un’idea sul da farsi il presidente del Museo ce l’avrebbe: «Quell’aereo da otto posti, pressurizzato e dotato di radar, dovrebbe far parte della collezione storica e, svuotato dei sedili, diventare un’aula didattica». Il nodo sta, però, nella proprietà: regolarmente assegnato durante un’asta giudiziaria. Giovanni Follador aveva tentato anche la carta del sequestro attraverso un esposto, che però è stato archiviato a suo tempo.
«La battaglia continua», dice il presidente del Museo. Che teme un decollo entro domani «visto che il mezzo è stato già ispezionato da tecnici e piloti. Un ufficiale di Istrana si è messo a disposizione per verificare i documenti».
Una “saga” che si trascina da quasi cinque anni, ovvero dal luglio 2016 quando il Cessna Ce 340, custodito in Comina, fu sigillato dalla Guardia di finanza di Trieste. Alle casse dell’Erario, infatti, mancava il 20 per cento del valore dell’aeroplano, valutato in 185 mila euro, quindi 37 mila euro, pari all’Iva da importazione. Il velivolo era utilizzato per voli privati e attività di lavoro da un imprenditore di Cordenons.
Quando era entrato in Italia, nel 2003, non sarebbe stata versata, secondo le Fiamme gialle, l’Iva da importazione. Il bimotore era stato sottoposto a sequestro amministrativo cautelare. Il 6 maggio 2016 era stato messo in vendita a 85 mila euro da un certo «Mario di Trieste». Anche per questa ragione era stato disposto il sequestro. A novembre 2018, alla seconda asta, fu venduto. —
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