Tensione con il parroco, il funerale trasloca

L’addio a Gastone Bolognin in Duomo, anzichè al San Giorgio. Le epigrafi erano già state affisse e sono state sostituite

PORDENONE. Il cerimoniale non mette d’accordo parroco e familiari del defunto, così il rito funebre trasloca da una chiesa a un’altra. L’estremo saluto a Gastone Bolognin, noto esponente del mondo del volontariato cittadino venuto a mancare improvvisamente a 88 anni, verrà tributato oggi, lunedì 4 maggio, in duomo San Marco e non nella chiesa del San Giorgio. Tanto che le onoranze funebri hanno dovuto ritirare e sostituire di tutta fretta le epigrafi in ogni angolo della città.

L’altro giorno i parenti del defunto avevano preso contatto con don Roberto Laurita, parroco a San Giorgio. Avevano concordato data e ora del rito funebre e del rosario di suffragio, nella chiesa che Gastone Bolognin frequentava da sempre e dove cantava assieme alla sorella.

Le onoranze funebri avevano quindi stampato e pubblicato le epigrafi con le relative indicazioni. Al momento di concordare i dettagli della cerimonia, però, sono insorte incomprensioni tra il sacerdote e la famiglia del defunto. In particolare, sarebbe stato consigliato un ventaglio di letture diverso rispetto a quelle che i familiari avrebbero desiderato sentire proclamare.

Niente prima lettura, «solitamente proposta in tempo di Avvento», niente seconda lettura scelta dai familiari, perché ritenuta «troppo lunga». Ancora, il parroco avrebbe suggerito sobrietà con i fiori e di non eccedere nel repertorio musicale, in particolare niente Ave Maria suonata col violino. «A Gastone – ricorda la famiglia – piaceva la musica, piaceva cantare. Non avrebbe voluto un congedo triste».

A parlare col sacerdote, la figlia del defunto. «Ha recepito – spiega il fratello Michele – un’affermazione per noi inopportuna. Si è sentita offesa». Tanto che si è congedata dal sacerdote e ha deciso di spostare il funerale.

Per superare la tensione, è stato deciso di far celebrare il rito nella parrocchia del duomo San Marco, alle 15.30, dove ieri sera è stato recitato il rosario di suffragio. A presiedere sarà il vescovo emerito monsignor Ovidio Poletto – che aveva condiviso un lungo percorso nell’Unitalsi col defunto, associazione di volontariato che aveva presieduto –. Concelebreranno il cappellano dell’ospedale don Bernardino Del Col, assistente nei pellegrinaggi a Lourdes, e altri sacerdoti che avevano condiviso il cammino spirituale e associativo con Gastone Bolognin.

Il parroco del Duomo, Otello Quaia, non ha inteso entrare nel merito di scelte operate da altri. Perché, però, le letture e il cerimoniale che non erano stati accettati a San Giorgio, sono ritenuti validi a 200 metri di distanza? «Le letture sono scelte dal vescovo, i canti e la liturgia sono quelli di ogni funerale che viene celebrato in questo duomo» è stato l’unico commento del parroco di San Marco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto