Telesca: De Antoni ha ragione basta guerre, i medici si parlino

GEMONA. «Ha ragione», si è lasciata scappare l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, a proposito del “J’accuse” cui ha dato voce il dottor Pietro De Antoni, denunciando logiche di “campanile” tra le corsie ospedaliere. Resistenze interne che, secondo il responsabile del servizio di urologia dell’ospedale di Gemona, porterebbero i tre nosocomi dell’azienda per l’assistenza sanitaria Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli a farsi concorrenza anziché a collaborare, decretando così la progressiva caduta della struttura pedemontana, che tra le tre è storicamente la più debole.
«Predico da tempo sul fatto che bisogna aprire un dialogo non solo tra la Regione e le aziende, ma anche tra i professionisti – ha detto ieri Telesca, a margine di un convegno ospitato alla Cisl di Udine – : devono collaborare e aiutarci a fare le cose che servono sui territori». «Raccolgo quello che dice il dottor De Antoni e lo apprezzo – ha proseguito l’assessore – perché il suo è un intervento positivo. Dobbiamo far sì che i professionisti si parlino, sono indispensabili per la riuscita di un buon servizio sanitario».
L’accusa mossa da De Antoni nei confronti dei direttori di dipartimento in forze tra San Daniele e Tolmezzo è quella di «valutare il San Michele come una palla al piede» e «non collaborare affinché all’interno dell’azienda il servizio sanitario possa davvero specializzarsi, diversficarsi. Ognuno invece coltiva il proprio orticello».
De Antoni rivendica per Gemona l’attività chirurgica in day e week surgery, «ma aspetta e spera che dagli altri ospedali ci mandino i loro pazienti. Nessuno cede nulla – denuncia il medico – . Eppure Gemona potrebbe diventare un’ospedale di riferimento provinciale per questo tipo di chirurgia».
Telesca ieri ha mostrato di non escludere l’ipotesi. Anzi. «La stiamo valutando ma aspettiamo i progetti e le proposte che sta elaborando in proposito l’azienda», ha detto ribadendo che da parte della giunta regionale non vi è alcuna intenzione di affossare il San Michele. «L’ho ripetuto svariate volte. Stiamo cercando di dare un’identità a tutte le strutture, di valorizzarle così che abbiano compiti differenziati, che non siano doppioni». In questa logica quale il futuro dell’ospedale Gemonese? «Il modello organizzativo è in fase di evoluzione – ha spiegato ieri l’assessore – , ma di certo sarà mantenuta tutta una serie di servizi, dai prelievi agli ambulatori, alla specialistica di tutti i tipi. E ancora le degenze, che dovranno essere però di una complessità medio bassa, la riabilitazione e non escludo – ha ribadito – la possibilità di ragionare sulla chirurgia leggera, ambulatoriale e giornaliera». Per Telesca, Gemona avrà praticamente tutto, ma «con caratteristiche di prossimità e in collegamento con gli ospedali, con l’hub di Udine e quelli di rete».
Non sarà più un nosocomio per acuti, ma avrà tanti servizi. Basterà a cittadini e comitati? Staremo a vedere.
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