Tassa sui rifiuti, l’acconto arriva a ottobre ma non a tutti sarà concesso lo sconto

Le 500 imprese (su 8 mila) che sono rimaste aperte durante il lockdown non potranno beneficiare dell’agevolazione
Udine 2 dicembre 2019. bidoni raccolta differenziata in Via Podgora e rione San Domenico. © Foto Petrussi
Udine 2 dicembre 2019. bidoni raccolta differenziata in Via Podgora e rione San Domenico. © Foto Petrussi

Solo le attività economiche rimaste chiuse durante il lockdown beneficeranno dello sconto sulla tassa dei rifiuti, la Tari. A decidere chi e con quali modalità potrà godere del bonus è stata ieri la giunta comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio, Francesca Laudicina.

Il primo passo per la definizione di queste linee guida è stato individuare quelle realtà che non usufruiranno dell’agevolazione, e quindi quelle che non sono state fermate a causa del Coronavirus: edicole, farmacie, tabaccai, supermercati, negozi di generi alimentari, macellerie, banche e istituti di credito.

«Si tratta di 500 imprese su circa 8 mila utenze non domestiche operanti in città – chiarisce Laudicina –. Per tutte le altre categorie scatterà l’esenzione, che riguarderà sia la parte fissa che quella variabile della tassa sui rifiuti. A disposizione c’è un milione 352 mila euro tra contributi regionali e comunali, che saranno utilizzati per tarare il beneficio sulla base del periodo di chiusura forzata, individuato, indicativamente, tra il primo marzo e il 9 giugno, per un totale di 101 giorni».

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Lo sconto non sarà applicato al momento del pagamento dell’acconto, ma a quello del saldo. Questo perché l’acconto si riferisce alla tariffa sui rifiuti del 2019, il saldo a quella del 2020 (che sarà definita dal consiglio comunale a settembre). La normativa, infatti, prevede che le agevolazioni relative all’emergenza Covid-19 si applicano solo alle tariffe 2020.

La giunta di ieri ha anche definito i termini di pagamento, facendoli slittare di un ulteriore mese (per tutte le categorie economiche). «Per il versamento dell’acconto di passa dal 30 settembre al 31 ottobre, viste le difficoltà del momento da parte di chi fa impresa – aggiunge Laudicina –. Cambiano anche gli importi: non si pagherà più il 75% del dovuto, ma il 50% per l’anticipo, e non più il 25%, ma il 50% per il saldo di inizio dicembre. In quest’ultimo caso le utenze non domestiche beneficeranno delle agevolazioni, abbattendo così in modo significativo l’ammontare del versamento».

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Come indicato nella delibera, sarà applicata una percentuale di riduzione dell’imponibile (sia per la quota fissa sia per quella variabile) corrispondente al 27,6%, una sorta di sconto fisso sull’annualità 2020. Oltre a questo, l’esecutivo ha anche deciso un ricollocamento degli studi professionali, sempre nell’ambito della Tari, i quali dalla categoria 11, “Uffici”, devono transitare nella 12, “Banche e istituti di credito”. L’amministrazione non ha alcuna discrezionalità nella scelta, prevista per legge, però può esprimersi in merito al tipo di attività da comprendere nella classe “studi professionali”.

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«Sentiti gli uffici – evidenzia l’assessore – si è deciso di applicare il passaggio di categoria a favore di quelle attività classificate con il codice Ateco M, e cioè quelle legali e di contabilità, di direzione aziendale e di consulenza gestionale, gli studi di architettura e la ricerca scientifica, la pubblicità e le ricerche di mercato. La soluzione proposta – assicura Laudicina – è, nell’incertezza, quella più favorevole ai contribuenti, nel caso specifico quelli coinvolti nella riclassificazione». Tutte le modifiche concernenti la Tari sono state concordate con la Net, la società partecipata che in città si occupa di gestire il sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti.

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