Tarvisio, la Regione vuole gestire la foresta del Vaticano

UDINE. Il Fvg chiede allo Stato il passaggio della gestione e del relativo personale – 30 uomini del Corpo forestale nazionale e una dozzina di operai – che si occupa della tutela e della salvaguardia della foresta di Tarvisio nelle proprie mani.
Il compendio, formato da oltre 23 mila ettari di superficie boschiva, ha alle spalle una storia più che millenaria – viene citata per la prima volta in un documento datato 1007 – ed è, da secoli, di proprietà ecclesiale.
Fino al termine della prima guerra mondiale, infatti, era controllata dal Fondo di religione della Carinzia, ma nel 1919, dopo la stipula degli accordi di Saint-Germain-En-Laye con cui venne decisa la spartizione dell’ex impero austro-ungarico, confluì all’interno dell’Amministrazione patrimoni riuniti ex economali e in seguito, dopo le modifiche ai Patti lateranensi del 1985, nel Fondo edifici di culto (Fec), cioè un organo dello Stato italiano che fa capo al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale.
La foresta di Tarvisio dal 1929 è gestita dal Corpo forestale dello Stato in base a una convenzione che si rinnova ogni 9 anni.
A fine luglio, però, il Governo Renzi ha approvato il decreto che fa confluire i forestali nazionali – ma non quelli del Fvg il cui corpo regionale è stato “salvato” mesi fa dalla giunta grazie allo Statuto di Autonomia – all’interno dei carabinieri e anche per questo motivo, in precedenza, l’assessore alle Risorse Agricole Cristiano Shaurli ha scritto al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per chiedergli un suo via libera in materia, indispensabile per andare poi a trattare con il Viminale.
«In questa fase di transizione – si legge nella lettera – ritengo che la Regione potrebbe subentrare nella gestione del compendio, con inquadramento nel proprio organico anche del personale statale attualmente in servizio, ferma restano la proprietà in capo al Fec e non nascondo che tale decisione sarebbe auspicata e condivisa dal personale interessato».
Un impegno non irrilevante per il Fvg, considerato come le unità attualmente in servizio a Tarvisio rappresentino circa il 10% dell’organico del Corpo forestale regionale, ma che comunque non comporterebbe alcun aggravio per le casse di Trieste.
Come spiega nero su bianco Shaurli a Martina, nel dettaglio, lo Stato dovrebbe semplicemente traslare dai propri bilanci a quello della Regione le somme già stanziate per fare fronte alle spese di gestione del personale comprese nella convenzione pluriennale con il Vaticano.
Una mossa, quella della Regione, intrapresa sia per ottenere il controllo del più grande “polmone verde” esistente in Fvg, ma pure per evitare ogni possibile problematica legata al mancato rispetto dei cosiddetti “diritti di servitù”.
In base a una sentenza della Corte di Cassazione del 1938, infatti, i residenti nel Tarvisiano hanno ancora diritto a usufruire di una serie di diritti contenuti nella patente imperiale austriaca datata 1853 – quindi prima dell’ausgleich di Vienna con la nobilità ungherese – con la quale, a oggi, 657 abitazioni hanno la possibilità di ottenere ogni anno determinati quantitativi di legname – a titolo gratuito e lasciati ai bordi delle strade – da opera e legna da ardere prelevati direttamente da specifiche aree della foresta.
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