Tania colta da una morte improvvisa

TORVISCOSA. È stata una disgrazia. Qualcosa di «non prevedibile e non prevenibile». E per la quale nessuno risponderà davanti alla giustizia terrena, perchè nessuno ha colpa. “Morte cardiaca improvvisa di origine elettrica”: ecco la causa che ha strappato Tania Zaninello alla vita e ai suoi cari a soli 13 anni di età. Era il 24 aprile scorso e Tania si trovava a scuola. Un malore, la caduta a terra, la perdita di conoscenza e, dopo un’ora di vani tentativi di rianimazione, il decesso. Una vicenda sconcertante, sulla quale ora, con il deposito della consulenza medico-legale, anche la Procura può mettere la parola fine.
Insieme ai suoi compagni, alla media “4 Novembre” di Torviscosa, Tania era appena rientrata dalla ricreazione e stava seguendo la terza ora di lezione. Quella mattina, non aveva manifestato alcun sintomo o segnale di malessere.
La tragedia era arrivata come un fulmine a ciel sereno. «In seguito a un’interrogazione in geografia - si legge nella ricostruzione -, aveva accusato un malore e si era accasciata a terra. In suo soccorso, erano immediatamente intervenuti il professore, un insegnante di sostegno e la bidella, che aveva contattato il 118 e iniziato le manovre rianimatorie». Tutto inutile, così come i successivi tentativi praticati dai sanitari giunti da Palmanova e dell’elisoccorso di Udine. Quando anche l’ultima speranza era crollata, l’orologio segnava le 11.50.
Allo strazio dei genitori Maria e Giancarlo e alla commozione che per quello e i successivi giorni aveva attanagliato l’intera comunità, si era aggiunta l’attività della Procura, volta a cercare di dare una spiegazione a una fine tanto incomprensibile. Il pm Alessandra Burra, cui il caso era rimasto assegnato dal turno, aveva incaricato il medico legale Carlo Moreschi di effettuare l’esame autoptico e chiarire in tal modo le cause del decesso. Poi, il 26 aprile, Torviscosa aveva salutato Tania per l’ultima volta. «Una comunità nel buio della sofferenza», aveva detto don Luca Anzilutti, aprendo la messa.
Adesso, a cinque mesi dalla tragedia, a confermare ciò che in molti avevano sospettato è l’esito della consulenza tecnica. «I reperti rilevati e la storia clinica della ragazza - ha scritto il dottor Moreschi - depongono a favore dell’ipotesi che il decesso sia inquadrabile come una morte improvvisa di origine cardiaca (Mci), verosimilmente di natura aritmica». E cioè di una morte naturale per cause cardiache, preceduta - come recitano i manuali di medicina - da improvvisa perdita di conoscenza entro un’ora dalla comparsa della sintomatologia acuta in un soggetto con eventuale cardiopatia preesistente, nel quale tuttavia il decesso giunge inatteso, sia in termini di tempo, sia per le modalità.
I casi che si manifestano con “eventi aritmici” (l’altra tipologia è quella dell’insufficienza circolatoria) - è il medico stesso a ricordarlo - si caratterizzano proprio per il fatto che il paziente è perfettamente vigile e attivo nelle fasi immediatamente precedenti l’evento. Ciò premesso, è lo stesso Moreschi a sollevare chiunque da qualsiasi responsabilità. «Dagli atti - scrive - non emergono elementi clinici che potessero far ipotizzare tale aritmia, che il più delle volte rappresenta un evento non prevedibile, nè prevenibile». Dall’analisi della documentazione sanitaria, era emerso che la ragazza era stata ricoverata il giorno successivo alla nascita per un’alterazione aritmica cardiaca.
«Questo, tuttavia - ha precisato il ct -, non è stato rilevato nei controlli effettuati successivamente e in seguito a quell’episodio non si sono manifestati ulteriori segni clinici, che facessero sospettare l’esistenza di una malattia cardiaca. Le procedure rianimatorie - ha aggiunto - risultano adeguate e tempestive». Da qui, l’imminente archiviazione da parte del pm.
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