Tagliamento, scelti i commissari per il piano anti alluvione: ecco chi sono

I sindaci hanno trovato l’accordo sui nomi di cinque esperti dopo un confronto serrato. L’obiettivo è stato quello di garantire al massimo la rappresentanza dei territori coinvolti

Viviana Zamarian
Il fiume Tagliamento osservato speciale per individuare la migliore gestione anti alluvione
Il fiume Tagliamento osservato speciale per individuare la migliore gestione anti alluvione

I nomi dei cinque esperti che dovranno partecipare all’audizione all’Autorità di bacino per valutare il piano di gestione delle alluvioni del re dei fiumi alpini sono stati indicati e scritti nero su bianco sulla lettera già inviata alla Regione. I sindaci – dalla Carnia alla Bassa friulana passando per la Collinare e il Medio Friuli – hanno trovato la quadra, dopo un confronto tra le amministrazioni che ha visto nel Laboratorio Tagliamento, nato a Varmo sotto la regia del presidente di Copagri Fvg Valentino Targato e dell’imprenditore agricolo Valter Bernardis, un luogo di condivisione e di sviluppo di idee e proposte.

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I professionisti che gli amministratori intendono candidare sono l’ingegner Matteo Nicolini (Università di Udine), l’ingegnere Andrea Goltara (presidente del Cirf, Centro italiano riqualificazione fluviale), l’ingegnere Walter Bertoldi (Università di Trento), l’ingegnere Pietro Teatini (Università di Padova) e Marco Petti (Università di Udine).

Nella lettera i primi cittadini hanno dunque messo in evidenza alcune delle criticità che erano emerse per l’affidamento di tali incarichi. Innanzitutto è stato ribadito come i costi associati all’attività degli esperti sarà in carico all’amministrazione regionale: la nomina vera e propria dei professionisti, individuati dai singoli Comuni, spetta infatti alla Regione stessa sulla base delle candidature ricevute.

Gli amministratori hanno poi richiesto delucidazioni in merito alla natura dell’incarico ribadendo come prima dell’audizione ai professionisti dovrà essere messo a disposizione tutto il materiale (rilievi, relazioni, schemi delle ipotesi progettuali) perché essi possano avere lo stesso livello di informazioni degli enti decisori al fine di poter svolgere al meglio la loro attività.

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I nomi, così come era stato indicato dalla Regione, restano dunque cinque e l’obiettivo è stato quello di garantire al massimo la rappresentatività del territorio coinvolto. L’obiettivo di tutti di rispettare la data ultima indicata dalla Regione, il 31 dicembre è stato rispettato. Certo, non semplice considerato che, al di là della complessità del tema, ci sono stati inevitabilmente dei punti di vista diversi.

Se da una parte la Bassa friulana e, in particolare Latisana, attende da anni interventi che possano quantomeno ridurre il rischio di nuove alluvioni (nel 1966 l’intero territorio di Latisana fu travolto dalla violenza dell’acqua che provocò quattro vittime in pianura e sedici in Carnia), dall’altro il Medio Friuli è invece preoccupato dall’impatto ambientale che potrebbero avere le opere prospettate, e in particolare dall’ipotesi di realizzare una diga o traversa laminante. Ora la parola passerà agli esperti.

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