Sventato un maxi-furto Presi due della banda

Alla profumeria Limoni in corso Vittorio Emanuele. Fuggiti altri tre complici Un cittadino ha collaborato, Poi polizia e carabinieri hanno operato insieme

di Elena Del Giudice

Nella scelta hanno dimostrato un certo buon gusto, riconoscendo i prodotti di marca e di elevato valore. Ma la razzia di profumi decisamente non gli è riuscita, visto che sono stati pizzicati, si potrebbe dire, in “fragranza”...

Polizia e carabinieri, in un’operazione congiunta, hanno infatti arrestato due dei cinque autori di un tentato furto ai danni della Profumeria Limoni di Corso Vittorio Emanuele. Si tratta di due romeni, Ovidiu Robert Maricescu, 30 anni, e Alin David Coroian, 29 anni, entrambi residenti in Italia ma senza fissa dimora e con precedenti per reati contro il patrimonio. I tre sfuggiti alla cattura avrebbero, però, le ore contate.

Erano le 3.55 di venerdì quando un residente di Corso Vittorio Emanuele ha chiamato il 113 per segnalare che nel negozio di fronte c’era un certo movimento, quantomeno insolito vista l’ora. Dalla questura di via Fontane sono quindi partite due volanti dirette, a sirene spente, verso il centro di Pordenone. La prima ha imboccato il corso e ha subito individuato un uomo dall’aria sospetta, il classico “palo” colui che avrebbe dovuto allertare i complici in caso di pericolo. Si trattava di Coroian, subito fermato.

Resisi conto di essere stati scoperti, i malviventi che si trovavano dentro il negozio si sono prima nascosti dietro il bancone e nella parte posteriore della profumeria, sfuggendo così allo sguardo degli agenti, e alla prima occasione sono saltati dalla vetrata (che avevano smontato per entrare) e si sono dati alla fuga separandosi e scegliendo strade diverse.

Per Maricescu la “libertà” è durata poco: è stato intercettato da una gazzella dei carabinieri in viale Marconi, e tratto in arresto. Gli altri complici, due o tre persone, fino alla tarda serata di ieri erano ancora in libertà. Una condizione che potrebbe non durare a lungo, visto che gli investigatori sono fiduciosi circa la possibilità di identificarli e arrestarli.

«Super organizzati» li ha definiti la Questura di Pordenone, deducendolo evidentemente dal modus operandi. La banda, perché di questo si tratta, aveva infatti scelto di agire con una modalità insolita, evitando accuratamente la porta d’ingresso della profumeria, che avrebbe potuto essere collegata a un impianto d’allarme, «preferendo “smontare” – come hanno riassunto i carabinieri – una delle vetrate. Una volta entrati, hanno rapidamente e con metodo iniziato a riempire dei capienti borsoni con quanto di meglio offriva il negozio. Profumi di Dior, Chanel, Dolce&Gabbana, Bulgari, Prada ecc. Gusti raffinati per un bottino ingente: la stima, infatti, supera i 100 mila euro. Anche “svenduti” sul mercato illegale, avrebbero fruttato parecchio ai ladri: un discreto “colpo” che, in teoria, avrebbe dovuto essere privo di rischi, Per la banda di rumeni - che probabilmente ha già agito in modo simile in altre città - è andata diversamente grazie al senso civico di chi, avendo notato in piena notte lo strano movimento all’interno della profumeria, anzichè andarsene a dormire o fregarsene, ha pensato bene di chiamare il 113, consentendo così di sventare il furto e di arrestare due ladri.

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Massimo riserbo sull’esito dell’interrogatorio di garanzia di Gianluca Guastalli (in foto), il mediatore arrestato martedì scorso dalla Guardia di finanza davanti al tribunale di Pordenone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torino. Il suo legale, l’avvocato Esmeralda Di Risio, fa sapere solo di aver aver chiesto al giudice Patrizia Botteri, che ha svolto l’interrogatorio in rogatoria, la revoca della custodia cautelare in carcere e in subordine la modifica della misura concedendo gli arresti domiciliari. Il gip pordenonese ha quindi inviato gli atti al collega del tribunale di Torino che ha 5 giorni di tempo per decidere. Guastalli era ricercato da due anni in seguito a cospicui ammanchi nello studio del notaio Stefano Bertani, suo precedente datore di lavoro.

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