Sull’Amariana come 60 anni fa per la Signora della Carnia

AMARO
Da 60 anni la statua della Madonna svetta sulla cima del monte Amariana, che dall’alto dei suoi 1.906 metri domina su Amaro e Tolmezzo. Venne creata con le mani al petto per rappresentare il richiamo a sé di tutti i figli della Carnia.
Si ricorse anche agli alpini e ai muli per trasportarla. Per onorare questo piccolo santuario, molto caro a tolmezzini e amaresi, sabato scorso è stata celebrata proprio lassù la Santa Messa, officiata dal parroco di Amaro, don Gianpietro Bellini (all’epoca, da studente salesiano, partecipò al posizionamento della statua).
Presenti una sessantina di persone: molte giunte a piedi, le più anziane con l’elicottero, messo a disposizione per l’occasione. L’idea della statua, ricorda Agostino Malagnini di Amaro, partì nel 1958 dal collegio salesiano di Tolmezzo. La Madonna dell’Amariana fu collocata sulla vetta il 7 settembre 1958 e proclamata Nostra Signora della Carnia a protezione delle genti e valli carniche. Se ne occupò la “Compagnia dell’Immacolata”, un gruppo di giovani allievi del collegio guidati da don Attilio Angelini e don Luigi Mattietti. Nei 100 anni delle apparizioni della Madonna di Lourdes a Bernardette Soubirous si pensava a una statuetta su un crocevia o uno spuntone di roccia. Ma l’entusiasmo e la partecipazione furono tali che la statua divenne ben più corposa (alta 170 centimetri, con un peso di 60 chilogrammi) e fu posta sull’Amariana. La plasmò lo scultore udinese Max Piccini, fusione in una lega di alluminio e magnesio delle Fonderie Fontanini. La statua venne quindi portata a Tolmezzo, prima al Don Bosco, poi per alcuni giorni alla fioreria Cussigh perché tutti la potessero conoscere. Il 24 agosto fu benedetta dall’arcivescovo di Udine. Un gruppo di portatori trasportò in vetta il materiale per il basamento e il piedistallo. All’inizio la Madonna doveva salire, ricorda Malagnini, con un elicottero dei militari americani, ma da Roma arrivò il veto a quell’operazione. Fu lo scoramento generale, ma il parroco di Amaro, don Erminio Ordiner, costituì un gruppo di giovani portatori e la caserma Cantore mise a disposizione alcuni alpini con i muli. Il 6 settembre la statua giunse con un automezzo all’imbocco del sentiero 415, vicino al ponte sul Favarinis. Da qui i muli con i militari trasportarono la Madonna fino alla malga Plan d’Aiars. L’indomani i giovani di don Erminio, coordinati da Ennio Tamburlini, assessore di Amaro, la portarono in vetta, utilizzando nei punti più ripidi un sistema di funi. Poco dopo le 8 la Regina della Carnia, tra acclamazioni di gioia e commozione, giunse in vetta attesa da 150 persone, tra cui i sindaci di Tolmezzo e Amaro. Un gruppo di giovani la assicurò al suo posto e don Luigi Mattietti celebrò quel solenne momento. —
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