Sull’altare spunta la bandiera della X Mas

Gorizia, la messa in ricordo dei combattenti della flottiglia fascista scatena le polemiche. Nessun commento da parte della Chiesa

GORIZIA. Ribalta mediatica nazionale per la messa in ricordo dei combattenti della Decima Mas nella Chiesa dei Cappuccini di Gorizia lo scorso 17 gennaio.

La vicenda è finita sul quotidiano “La Repubblica” due giorni fa e ha continuato, nella giornata di ieri, a suscitare centinaia e centinaia di condivisioni sul suo sito web. Nel titolo di questo articolo si fa riferimento al fatto che sull’altare dei Cappuccini è stata posta la bandiera di quella che nel testo è citata come una «flottiglia di torturatori e fucilatori fascisti che in Friuli Venezia Giulia operò anche per il Terzo Reich».

Per quanto riguarda la messa, questa fa parte di una lunga tradizione di celebrazioni dello stesso genere. Ma «vedere ai piedi di un sacerdote la suddetta bandiera non è proprio cosa da tutti i giorni» - scrive ancora il quotidiano nazionale. Nello specifico, i combattenti della Decima Mas sono stati ricordati nel 70° anniversario della battaglia di Tarnova della Selva. A officiare il rito a Gorizia è stato don Arnaldo Greco, guida della comunità parrocchiale di Mossa e delegato arcivescovile per l’anno giubilare. Ieri il telefono della parrocchia, dove opera don Greco, suonava a vuoto. Non si è potuto raggiungere nemmeno l’Arcivescovo Carlo Maria Redaelli. L’addetto stampa della Diocesi ha riferito si trovava fuori città. Non si sono voluti rilasciare ulteriori commenti. A farlo è stato invece il sindaco Ettore Romoli. Il primo cittadino si è detto «stupito per tutto questo clamore attorno alla vicenda. Da settantanni compiamo la stessa cerimonia. Solo quest’anno c’è stata questa "recrudescenza". Parliamo di gente che è praticamente tutta morta. Di reduci veri ce ne saranno pochi, forse soltanto uno. Non vedo, ripeto, perché il caso susciti tanta attenzione».

Ricordiamo, a margine, che il Comune ha ospitato una cerimonia sempre per i Caduti della Decima Mas in Municipio, lo scorso 16 gennaio. Ciò ha causato una manifestazione di protesta fuori dalla sede municipale da parte di alcuni militanti anti- fascisti. Gli stessi si saranno agitati nel leggere il resoconto giornalistico di una messa con «un drappo nero appeso all’altare, a mo’ di arredo, per tutta la funzione».

L’immagine dell’altare è stata postata su Facebook dal camerata Mirko Viola, già finito in manette per essere tra gli ideatori di Stormfront, il forum neonazista al centro di un’inchiesta che nel 2012 portò a quattro arresti. Dalle nostre parti l’articolo è stato postato sul gruppo “Salviamo Gorizia” da Martin Korecic.

Tra le voci istituzionali su questo post figurava quella di Federico Portelli, assessore della Provincia di Gorizia, che ha così risposto a un commento che difendeva “i patrioti”. Nell’ammettere di non conoscere tutti i dettagli sulla X Mas, scrive: «Mi sfugge tuttavia, nel complesso (a prescindere, cioè, dalle vicende specifiche del confine orientale...), in che modo collaborare con l'occupatore nazista - contro le istituzioni del Regno d'Italia che avevano firmato l'armistizio - significherebbe difendere la Patria».

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