Su il sipario al Pasolini Ripartenza con “Fieste” nei 150 posti disponibili

Martina Delpiccolo



/ cervignano

Si è alzato nuovamente e finalmente il sipario al Teatro Pasolini di Cervignano ed è stato subito “Fieste”. Non poteva esserci titolo più appropriato per l’occasione, per raccontare una rinascita, un ritrovarsi, una passione condivisa, un riconoscersi dentro l’arte.

Ritorna il Teatro Incerto ed è certezza, divertimento, riflessione ed emozione. Al brusio del pubblico che si ritrova dopo mesi di digiuno teatrale, segue il silenzio. Lo spettacolo sta per iniziare. Fabiano Fantini è in piedi su una sedia con un bouquet tra le mani ad altezza del cuore. È lì per ogni singolo spettatore. Struggente nella sua verità. A portarci dentro la trama è il mattatore Claudio Moretti insieme ad Elvio Scruzzi, irresistibile nel suo “non sapere mai come stanno le cose”. Già, lui non sa, Moretti sa tutto, Fantini non sa più vivere. Ma è tornato il tempo di far festa, di amare e di sognare. Leggerezza, ironia, risate friulane anche se si è perso tutto. Il pubblico attende la torta della signora Gruback, figura-omaggio kafkiana, fino all’interminabile applauso finale.

Soddisfatta Luisa Schiratti (direzione artistica e comunicazione del Css che ha prodotto lo spettacolo, ideato dal Teatro Incerto con elementi scenici di Luigina Tusini): «Abbiamo ripreso da dove eravamo rimasti. “Fieste” doveva chiudere la stagione e invece ha riaperto il sipario, dopo il silenzio imposto. Pubblico coinvolto e divertito nei 150 posti disponibili rispettando il distanziamento».

Prossimamente al Teatro Pasolini di Cervignano: “In nome del padre” di Mario Perrotta (21 maggio), “A love supreme” con Bearzatti-Colussi-Rinaldi, Claudia Grimaz e Valerio Marchi (27 maggio), “Il rovescio” con Arearea (5 giugno), “Perpendicolare” di Donà-Ninarello-Lanza (10 giugno). E a Villa Vitas di Strassoldo, invece, “Vanja a Cervignano” con la compagnia del Css (18-19-20 giugno). —

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