Studenti e sindacati: «Il Galvani è una scuola dimenticata»

CORDENONS. «Trasporti e servizi bocciati: manca l’autobus navetta alle 16 ogni mercoledì per noi studenti dell’Isac Galvani e non abbiamo una mensa a Cordenons». È la denuncia di Enrico Cester (nella foto) con la Rete degli studenti medi. «Vogliamo la scuola in via Sclavons con il servizio fotocopie e senza l’incubo dei laboratori allagati – ha elencato il componente del nuovo movimento studentesco che dà voce ai ragazzi delle superiori –. Mancano spazi, palestra e siamo preoccupati per il meteo autunnale: se piove, si alzerà la falda e avremo i laboratori allagati».
Il problema da risolvere è anche quello degli spazi laboratoriali: che mancano. «Lo stato di precarietà della struttura è periodico, hanno ragione gli studenti – ha conferma Adriano Zonta, segretario regionale FlcCgil con il collega provinciale Mario Bellomo –. Le inondazioni del semiterrato, a causa di una falda, riducono gli spazi ogni anno. Siamo alla frutta e lo diciamo al Comune di Cordenons e alla Provincia di Pordenone. Hanno dimenticato le mille promesse di una sede nuova per il Galvani?».
La scuola ha due sedi: quella in via Sclavons è l’ammiraglia dell’istituto d’arte, poi c’è la succursale a Pordenone, in via Interna. «Il Galvani ha superato i 20 anni di scuola e non ha una sede dignitosa – reclama Zonta –. Nemmeno una palestra. I lavori in corso hanno dimostrato, in via Sclavons, quanto sia limitata quella struttura, eppure gli enti locali fanno finta di niente».
Le pompe idrovore erano accese quattro ore tutti i giorni di scuola, in febbraio 2014. «L’Isac Galvani merita una sede asciutta – lo studente Cester non molla sulla questione –. Ci servono anche materiali didattici: la povertà dei fondi è abissale. Non si può tacere e insabbiare tutto».
Zonta e Bellomo fanno il punto sulla scuola in cerca di una sede alternativa, da anni. «La falda che si alza è un problema senza soluzione – fanno eco agli studenti –. Non possiamo andare avanti con il rischio di allagamenti dei laboratori e scantinati». La falda si era alzatao anche due anni fa, quando, nella notte di Natale, l’acqua era arrivata a 25 centimetri di altezza nei seminterrati
«La scuola è stata costruita sulle Noncello – ha ricordato Zonta –. Due anni fa l’emergenza era stata tamponata trasferendo le classi: chiediamo una sede nuova. Lo Stu-Makò doveva essere l’alternativa. Il Galvani è una cenerentola».
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