Studente col kalashnikov, il Civiform nella bufera

Il caso del giovane albanese già ospite nel convitto di via Gemona. L’assessore Miani: centro da chiudere, per il sindaco l’investimento è eccessivo

CIVIDALE. Ha monopolizzato l’attenzione cittadina (e non solo) Demir Jonuzi, il giovane albanese - già ospite del centro d’accoglienza del Civiform di Cividale - che sul suo profilo Facebook si è mostrato armato di Kalashnikov e osannante al Corano. Non solo, si diceva: la notizia dell’ex studente in odore di jihadismo è stata infatti ripresa, ieri, dai telegiornali di due delle reti Mediaset.

In ambito locale, intanto, la storia ha reinnescato - ed era probabilmente inevitabile - il dibattito sulla struttura per minori non accompagnati del Civiform, appunto, nella quale al momento risiedono un centinaio di stranieri, delle più varie nazionalità.

Netta la presa di posizione del sindaco Stefano Balloch, che punta l’indice contro «uno Stato rivelatosi finora incapace di intervenire in modo incisivo su un problema grosso, che sta sfuggendo di mano»: «Basta pensare - chiarisce - che al solo Comune di Cividale la Regione ha trasferito, nel 2014, un milione di euro per sostenere le spese del sistema. Per offrire un termine di raffronto, ricordo che disponiamo di una posta complessiva di un milione 600 mila euro per intervenire sui bisogni sociali - di minorenni, anziani, famiglie in genere - dei 17 Comuni dell'Ambito. In un momento di difficoltà economiche come quello che stiamo attraversando, tale divario balza ulteriormente all'occhio e genera disagio, rischiando di vanificare le numerose iniziative promosse sul territorio per favorire l'integrazione fra diverse etnie».

Ben più drastici il giudizio e le conclusioni dell’assessore leghista Elia Miani: «Mi sto già attivando con il partito, a livello regionale - annuncia -, per arrivare alla chiusura del centro d'accoglienza. Quasi ogni giorno si registrano, in città, problemi ascrivibili ai ragazzini stranieri che vi alloggiano. È ora di dire basta. Per non parlare, poi - conclude, riagganciandosi agli argomenti posti dal sindaco -, dei costi di gestione, esorbitanti». È evidente - smorza Balloch - che non si possono fare generalizzazioni: «Diversi dei ragazzi che sono stati ospitati dal collegio del Civiform - rileva - hanno saputo, qui in Friuli, trovare la propria strada, inserirsi bene nella società locale, trovare lavoro in aziende del posto. Modelli positivi, insomma. Purtroppo, però, può capitare che nel gruppo vi siano anche elementi problematici, frange - come attesta l’episodio delle fotografie postate dall’ex studente albanese - estremiste. Figure che rendono vano il lavoro per l’integrazione».

Sul caso di Demir Jonuzi, intanto (le cui “inclinazioni” sono state scoperte in conseguenza della sua iscrizione al gruppo Facebook "Sei di Cividale se"), le forze dell'ordine hanno avviato delle indagini.

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