«Strada pericolosa, no a un raddoppio»

Il sindaco di Maniago Carli invita a concentrarsi sul fronte sicurezza. Interviene anche Legambiente
ZOPPOLA. «La Cimpello-Sequals è la strada più pericolosa della provincia: prima di pensare a un eventuale raddoppio, creando il collegamento con Gemona, è bene concentrarsi sul fronte sicurezza. Come amministratore mi sento in dovere di invitare le istituzioni a fare una riflessione sulle progettualità che riguardano questa arteria». Sono le parole di Andrea Carli, sindaco di Maniago e presidente dell’Uti delle Valli e Dolomiti friulane, che non ha esitato a definire la Cimpello-Sequals «una strada maledetta». «L’obiettivo del progetto era realizzare una via sicura, in realtà è più pericolosa della regionale 251 – ha aggiunto –. Non è mia intenzione entrare nel merito né della dinamica dell’incidente odierno né delle responsabilità, ma voglio sottolineare che il problema è la natura dell’arteria. Siamo dinanzi a una strada che spinge l’automobilista a percorrerla a velocità sostenuta e a effettuare sorpassi. Si pensa che sia ampia, invece, non potendo contare su due corsie per senso di marcia, ci si rende conto che non è così». La lista degli incidenti mortali lungo questa arteria è lunga: un mese fa, nelle vicinanze dell’uscita di Tauriano, è deceduto in un incidente Fabio Zilli, 35enne di Meduno. Emblematico il caso dell’uomo fermato dalla polizia stradale mentre percorreva la superstrada, in comune di Spilimbergo, a 172 chilometri orari, dove il limite è di 90.


Sul progetto di creazione di un prolungamento dell’arteria sino a Gemona è intervenuta anche Legambiente. «La tesi di Confindustria di Pordenone di creare una correlazione tra collegamento autostradale e sviluppo economico regionale è un vecchio ritornello: un ragionamento che non sta in piedi per ragioni di natura ambientale (ulteriore consumo di suolo e frammentazione del paesaggio) ed economica – ha spiegato il gruppo –. Pensiamo ai conti in rosso della Pedemontana lombarda o di quella veneta. Si paventano carenze di infrastrutture viarie, ma spesso verifichiamo sovrabbondanza di offerta con strade esistenti semivuote. Assembramenti di camion si possono semmai trovare da Pordenone verso il Veneto, dove esiste peraltro già la A28, esempio lampante di infrastruttura che non dà risposte ai supposti problemi per i quali è stata costruita, ossia spostare il traffico dalla statale 13»
.(g.s.)


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