Stop all’inquinamento con il maxi-depuratore

Il torrente Corno e il fiume Isonzo - dopo anni di polemiche, proteste e aspettative frustrate - potranno finalmente tornare puliti. Sono iniziati in questa settimana i lavori, dall’astronomico costo di 50 milioni di euro, che consentiranno la realizzazione del tanto atteso maxi-depuratore in grado di risolvere finalmente il problema dell’inquinamento idrico transfrontaliero.
Il mega-impianto sorgerà pochi metri oltre il confine, su una superficie di 5 chilometri quadrati, nell’area non edificata che si trova immediatamente alle spalle del cimitero centrale di Gorizia e della sede della Guardia di finanza di via Trieste. Assieme all’avvio dei lavori è stato anche definito il cronoprogramma ufficiale, che prevede l’ultimazione dell’impianto di depurazione nell’ottobre del prossimo anno. Tra 19 mesi, dunque, il problema dell’inquinamento idrico transfrontaliero potrà essere definitivamente archiviato e si porrà fine a una situazione che si è protratta per decenni innescando proteste da parte dei cittadini goriziani e addirittura interrogazioni europarlamentari e interventi da parte del Ministero dell’Ambiente, a lungo in “pressing” sul governo di Lubiana per sbloccare un iter progettuale che pareva destinato a non finire mai. Tra poco più di un anno e mezzo i cittadini goriziani potranno tornare a respirare (in senso letterale) e l’Isonzo tornerà ad essere un fiume decisamente più pulito e sano. A oggi, com’è noto, il Corno è infatti a tutti gli effetti un “torrente fognario” a cielo aperto (ad eccezione, ovviamente, dei tratti interrati), come sanno fin troppo bene i goriziani che risiedono nelle zone della città in cui il corso d’acqua scorre in superficie, inondando l’aria dei suoi effluvi nauseabondi.
Un problema particolarmente sentito nella zona della Valletta, in via Brass e nel quartiere di Straccis, avvertibile in tutte le stagioni, ma soprattutto in primavera e in estate, quando tenere aperte le finestre o percorrere a piedi certi tratti di strada diventa un’esperienza decisamente poco piacevole (a meno di non turarsi il naso). Nel tratto sloveno del Corno confluiscono tuttora gli scarichi fognari di 5 mila utenze dell’area urbana di Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba. Poi il “torrente fognario” transfrontaliero supera il confine portando il suo carico inquinante fino all’Isonzo e compromettendo così anche la salubrità del fiume. Ma, una volta attivato il nuovo maxidepuratore, il problema potrà essere risolto: attraverso un nuovo condotto le acque sporche provenienti dagli scarichi fognari dell’area urbana di Nova Gorica (comprese quelle che oggi finiscono nel Corno) confluiranno nel nuovo impianto e poi, una volta depurate, saranno convogliate nella Vertoibizza, un affluente torrentizio del Vipacco, per finire infine nell’Isonzo. Dunque, una volta ultimato il maxi-intervento, il Corno arriverà a Gorizia perfettamente pulito e non contribuirà più ad inquinare il fiume.
La prima tranche dei lavori avviati in questi giorni consiste nella ricostruzione della rete fognaria di Nova Gorica e Sempeter Vrtojba, la secondo tranche riguarderà la realizzazione della rete di Merna, la terza prevede la costruzione delle infrastrutture di connessione con l’area del depuratore (strade d’accesso, impianti elettrici, dell’acqua e del gas). Il costo totale, di ben 50 milioni, è coperto da finanziamenti europei (28 milioni) e per il resto da fondi statali e da risorse finanziarie dei Comuni. Attualmente gli operai stanno lavorando in particolare nell’area di Vrtojba, poche centinaia di metri oltre confine. in questa prima fase ci saranno anche ripercussioni sulla circolazione per chi si reca in Slovenia.
Piero Tallandini
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