Stazione Carnia senza bagni Trenitalia: costano troppo

Venzone: polemica sulla mancanza di servizi igienici. I turisti devono andare al bar L’azienda: non è previsto per collegamenti con meno di 500 passeggeri al giorno
VENZONE. Carnia. Anzi, Stazione della Carnia: il paese, che amministrativamente parlando è una frazione di Venzone, si chiama così. Perché è un capolinea naturale, alla confluenza delle vallate del Fella e del Tagliamento.


La stazione, naturalmente, c’è anche lei, un grande prefabbricato lasciato in eredità dal terremoto e ristrutturato pochi anni fa. Ma non abbastanza grande, evidentemente, da poter ospitare una toilette per i malcapitati passeggeri.


I numeri restano da piccola stazione per le logiche di Trenitalia e di Rete ferroviaria italiana, che al di sotto dei 500 passeggeri al giorno non si considerano obbligate a mantenere aperti i bagni, e ad accollarsene le relative spese di manutenzione e gestione, come conferma Tullio Tebaldi, responsabile dell’ufficio stampa Trenitalia per l’area Nordest. Da qui la prima scelta di chiudere i bagni, che risale al 2006, poi confermata all’inizio del 2012.


I passeggeri saranno anche meno di 500, ma Carnia non è una semplice stazione di passaggio: tante le coincidenze quotidiane tra treni e bus, con soste anche lunghe.


Non soltanto per i viaggiatori, ma anche per gli autisti della Saf, ormai rassegnati, e abituati – in caso di necessità inderogabili – a servirsi dei bar: prima di arrivare a Carnia, perché di bar, in stazione, non c’è neanche l’ombra.


Chissà che ne pensano, oltre ai pendolari della Carnia e del Canale del Ferro, i tanti appassionati delle due ruote che d’estate scelgono proprio Carnia come punto di partenza o di arrivo della ciclabile Alpe Adria, oppure quei titolari di esercizi pubblici che sono tenuti a mettere un bagno a disposizione dei propri clienti? Perché per Trenitalia non vale lo stesso obbligo?


E perché, se Trenitalia non ci sente, non ci pensa il comune di Venzone, chiedendo la gestione in comodato dei bagni, come ha fatto Gemona? «Io di stazioni ne ho due, Venzone e Carnia, e ho un comune di 2mila abitanti», risponde il sindaco Fabio Di Bernardo.


«Credo che il problema – prosegue – non possa poggiare soltanto sulle spalle di un piccolo comune come Venzone, soprattutto nel caso di Carnia, che è una stazione al servizio di due intere vallate. Da parte nostra abbiamo più volte chiesto a Trenitalia di riaprire i bagni, e torneremo ad insistere su questa richiesta».


Il nocciolo della questione, per Di Bernardo, è il taglio dei servizi in montagna: «Capisco che siamo pochi, ma non si può continuare di questo passo. Le pulizie a carico del comune? La mia amministrazione ha già investito 30mila euro per installare un bagno autopulente in centro a Venzone, non si può dire che siamo insensibili sul fronte dei servizi ai nostri ospiti e ai turisti. Ma quello delle stazioni, lo ripeto, è un onere che deve assumersi Trenitalia. E la stessa Saf, a mio avviso, dovrebbe contribuire a trovare una soluzione».


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