Statua del diavolo sul ponte L’idea accende la polemica

L’ipotesi di una statua bronzea del diavolo all’imbocco dell’omonimo ponte per richiamare la ben nota leggenda sulle origini del manufatto, ha lasciato stupefatto più di qualcuno, a Cividale.
Il primo a esprimere dissenso sull’iniziativa, tramite lettera inviata al Messaggero Veneto, è stato un imprenditore del centro storico, Manlio Boccolini, titolare di un negozio di abbigliamento; ora è la volta della consigliera di minoranza Claudia Chiabai, del Gruppo misto, la quale parla di «pesante caduta di stile» e di «mancanza di rispetto» su più livelli e si augura un immediato accantonamento del disegno da parte dell’amministrazione Balloch, che ha peraltro fatto suo l’input di un paio di cittadini.
«Cividale – dice Chiabai – merita di meglio. Erigere una statua dedicata al demonio non si sembra affatto una grande trovata: è al contrario un’offesa e una provocazione nei confronti di chi ha fede, ma pure verso i non credenti perché, leggenda o non leggenda, il maligno non può che trasmettere un messaggio negativo. Mi va benissimo che si pensi a iniziative con cui rendere Cividale sempre più attrattiva, ma il pensiero, in questi processi, deve restare alto: non si può operare seguendo il ragionamento per cui qualsiasi cosa capace di attrarre o suscitare la curiosità dei turisti va bene. Le statue devono essere costruite per onorare la memoria di personalità eccellenti, di modelli positivi, che abbiamo dato qualcosa di importante alla comunità e al territorio e che possano rappresentare un riferimento per tutti, a cominciare dai giovani. Ricordo, a questo proposito, il progetto “Sentiero della storia”, delineato nell’ambito dei programmi connessi alla creazione del Parco transfrontaliero del Natisone e finalizzato alla realizzazione e al posizionamento di una serie di statue lungo il corso del fiume, per omaggiare illustri personaggi del passato locale».
«Non sono affatto contraria – conclude Chiabai – alla narrazione della leggenda del ponte del Diavolo, ma c’è modo e modo. Non dimentichiamo, fra l’altro, che Cividale fu centro spirituale di primo piano, nel Friuli di un tempo». In città, del resto, si raccolgono anche pareri diametralmente opposti: il dibattito è iniziato. —
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