Stato di agitazione alla Sirti: proclamato anche lo sciopero



Sale la tensione tra i lavoratori del gruppo Sirti. All’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 764 persone, le maestranze hanno risposto a livello nazionale proclamando lo stato di agitazione e un pacchetto di 4 ore di sciopero. Quando incroceranno le braccia i dipendenti del cantiere di Basiliano, che occupa sessantasei dipendenti, lo si deciderà nelle prossime ore, non appena i sindacati di categoria troveranno il modo di comunicare con i lavoratori. Al momento infatti l’emergenza Coronavirus esclude la possibilità di effettuare un’assemblea “ordinaria”.

«Troveremo forme alternative – fa sapere David Bassi di Fiom Cgil Udine – per comunicare ai lavoratori la situazione e decidere insieme quando effettuare questo pacchetto di 4 ore di sciopero che vuol essere anzitutto un messaggio forte nei confronti del ministero dello Sviluppo economico. Il Mise deve infatti convocare, con urgenza, un tavolo con il quale affrontare la vertenza Sirti – continua Bassi – e in generale la grave situazione di difficoltà che attraversa il settore delle infrastrutture delle telecomunicazioni in Italia». Un tavolo che le parti sociali hanno già chiesto al ministro Stefano Patuanelli ormai un mese fa ma che a oggi non ha ancora una data. Le difficoltà in Sirti non sono purtroppo una novità. Già un anno fa l’azienda aveva aperto infatti una procedura di mobilità per 830 persone – venti delle quali occupate a Basiliano – chiusa grazie a un accordo sindacale che prevedeva l’attivazione del Contatto di solidarietà e una serie di altri interventi di ristrutturazione.

La medicina pare non essere bastata: nei giorni scorsi Sirti ha presentato una nuova procedura di licenziamento collettivo con numeri appena inferiori rispetto alla precedente, prevede infatti un esubero di 764 dipendenti in luogo di 830. Quanti di questi interessino lo stabilimento di Basiliano non si ancora e in questo senso l’incontro con l’azienda andato in scena mercoledì a Roma non è stato dirimente. «Ci hanno solo ribadito lo stato di difficoltà vissuto dall’impresa e la decisione di aprire la procedura di mobilità – fa sapere dal canto suo Fabiano Venuti di Fim Cisl Fvg –. Il prossimo incontro si terrà al ministero dello Sviluppo economico dove cercheremo di capire in che stato versa realmente l’azienda, se la situazione sia davvero così critica e se vi siano strade alternative a quella drastica dei licenziamenti». La palla passa dunque al ministero guidato da Stefano Patuanelli al quale i sindacati di categoria già un mese fa si erano rivolti chiedendo un incontro dedicato alla situazione di crisi delle imprese legate al settore delle infrastrutture di telecomunicazione. —



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