Stasera il convegno sulle piante intelligenti: riconoscono i “parenti”

Le piante hanno la capacità di riconoscere l’affinità genetica delle piante vicine: cooperano con i parenti e competono ferocemente con gli altri. Riconoscono i parenti e si comportano di conseguenza. Non è una boutade, lo confermano gli studiosi che da tempo osservano il fenomeno.

Stasera, alle 18.30, nell’auditorium Comelli della Regione, in via Sabbadini, il professor Stefano Mancuso, spiegherà come si sviluppa l’intelligenza delle piante. Mancuso, invitato a Udine dal Museo friulano di storia naturale, è un pioniere in questo campo: ha condotto un esperimento all’International laboratory of plant neurobiology (di cui è direttore), sulla Mimosa pudica, pianta in grado di chiudere repentinamente le foglie se toccate dagli insetti predatori. «È un meccanismo di reazione per spaventare i predatori che – spiega il direttore del museo, Giuseppe Muschio – dimostra come la chiusura fogliare venga attuata dalla pianta solo dopo aver “valutato” la reale necessità di farlo, cioè solo in presenza di pericolo e non come semplice reazione incondizionata».

Ci sono indizi che inducono addirittura a pensare che le piante siano in grado di vedere e comportarsi in maniera adeguata: è il caso di una liana sudamericana, Boquilla trifoliata, che si mimetizza con le piante ospiti, imitandone le foglie.

Il tema è sicuramente interessante. Mancuso da divulgatore quale è saprà rendere comprensibile anche al grande pubblico come le piante riescono a dialogare tra di loro. —

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