Spinta al passaggio al Fvg di Cinto Caomaggiore

SESTO AL REGHENA. Potrebbe essere la volta buona, a otto anni dal referendum, per il passaggio del Comune di Conto Caomaggiore dal Veneto al Friuli Venezia Giulia: a Roma, dove la pratica è ferma da due anni – dopo il referendum e i vari passaggi amministrativi previsti dalla legge –, ci sarà la pressione del presidente Debora Serracchiani, su mandato del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
È infatti stato approvato all’unanimità un ordine del giorno che ha visto come primo firmatario il consigliere regionale Daniele Gerolin (Pd), cui hanno aderito tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione.
«Nel 2006 – ricorda il consigliere, ex sindaco a Sesto al Reghena – il Comune di Cinto andò a referendum per l’annessione alla Regione Friuli Venezia Giulia: il 91 per cento dei voti fu favorevole, pari al 59 per cento di iscritti alle liste elettorali. Un risultato inequivocabile. La Costituzione prevede che in forza del referendum il passaggio debba andare in porto. La Regione Friuli Venezia Giulia già nel 2006, quando era guidata da Riccardo Illy, diede il suo assenso. Lo stesso fecero poi la Provincia di Venezia e il consiglio regionale del Veneto».
Quest’ultimo passaggio avvenne il 28 giugno 2012. Da allora la pratica interessa il Parlamento. «L’ordine del giorno, presentato in occasione della finanziaria regionale – continua Gerolin –, dà incarico al presidente della giunta regionale a sollecitare il Parlamento ad approvare quanto previsto dalla Costituzione, dando concretezza alla volontà popolare. Un altro ordine del giorno è stato presentato per Sappada, anche se in quel caso, seppure i cittadini abbiano già espresso la loro volontà, la questione è ancora pendente in Senato».
Il consigliere regionale fa presente le motivazioni che spingono gli abitanti di Cinto (circa 3.300) a optare per il passaggio di regione: «Si sentono friulani per la situazione geografica, storica, culturale, linguistica e religiosa. Sotto quest’ultimo aspetto, è rilevante che la località faccia parte della diocesi di Concordia-Pordenone».
Cinto confina con Sesto al Reghena e Chions. Con Sesto, in particolare, si sta ragionando su percorsi turistici e culturali comuni. Le scuole in parte sono già “condivise”.
«E in prospettiva – conclude Gerolin –, con l’ingresso di Cinto nel mandamento sanvitese e guardando alla riforma delle autonomie locali, si potranno accorpare altri servizi».
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