Spese condominiali, è caccia agli arretrati

Pordenone, sempre più inquilini non le pagano e la riforma ha rivoluzionato i criteri di recupero delle somme

PORDENONE. Un viaggio tra le maglie della legge, che ha cambiato la normativa riguardante i regolamenti di condominio, creando confusione tra i proprietari degli immobili e anche tra amministratori e avvocati.

Se n’è parlato ieri pomeriggio al convegno “La riforma del condominio”, organizzato dalla Camera civile di Pordenone nell’aula magna del liceo Grigoletti, dove l’avvocato Ladislao Kowalski, presidente dell’Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari) di Pordenone, ha spiegato a una folta platea, composta per la maggior parte da colleghi, cosa è cambiato nella gestione degli stabili, in particolare per quel che riguarda le spese di condominio.

L’avvocato pordenonese ha sottolineato le differenze che ha creato, tra presente e passato, una sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione. Prima di questa pronuncia, le spese di condominio avevano una natura solidale, e gli effetti pratici più noti riguardavano i debiti.

Se qualcuno vantava un credito nei confronti di un condomino insolvente, tutti gli altri condòmini erano tenuti a dividersi le spese per coprire queste spese. Adesso, invece, i debiti verso l’esterno vengono pagati singolarmente, e la cosa si applica a largo raggio. Ad esempio, nel caso di un debito che passa a più eredi, ognuno è tenuto a pagare soltanto la sua parte.

Se da un lato, quindi, ogni proprietario viene tutelato e non deve farsi carico dei debiti altrui, dall’altro canto la riscossione del credito è diventata molto più difficile. La palla così, in casi come questi, passa nelle mani dell’amministratore, chiamato, entro sei mesi dalla chiusura del bilancio, ad agire nei confronti dei debitori per recuperare i crediti, e con la possibilità di utilizzare anche il mezzo del decreto ingiuntivo.

Queste azioni sono regolamentate dall’articolo 63 del codice civile che, inoltre, vieta ai creditori di cercare di riscuotere i debiti contro chi è in regola con i pagamenti.

Un altro punto trattato nel convegno di ieri ha riguardato i casi che si sono verificati nell’ultimo periodo, di palazzi rimasti al freddo a causa del taglio delle forniture, dovute al mancato pagamento delle spese di condominio da parte di alcuni proprietari. Il codice civile, però, difende i cittadini, sottolineando che in questi casi, se la quota non pagata al fornitore di un servizio è minima, l’erogatore non può sospenderlo, quindi tagliare luce o riscaldamento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto