Spazi abitativi per disabili nel futuro di Casa Ferrario

Rispettate le finalità sociali della donatrice: l’immobile vicino al centro diurno Intanto la giunta ha approvato il piano per superare la barriere architettoniche
Guglielmo Zisa

SPILIMBERGO

Una nuova vita: è quella che attende “Casa Ferrario”, immobile in via Hermada a Barbeano facente parte del patrimonio immobiliare del Comune dall’agosto 2016. Allora, per volontà della proprietaria, l’abitazione con giardino fu donata al municipio. Protagonista del generoso gesto Carla Graziella Vittoria Ferrario, residente a Milano.

La costruzione, risalente a una trentina d’anni fa, avrebbe avuto buone opportunità di mercato. La proprietaria però decise per il lascito alla comunità con il vincolo che fosse utilizzata per l’assistenza sanitaria, a fini culturali o ricreativi. La giunta Sarcinelli ha approvato il progetto definitivo-esecutivo per gli interventi di adeguamento alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche, per rendere agibile la struttura a persone con disabilità (il progetto è stato redatto dal geometra Christian Marsonet dell’uffico tecnico comunale).

«Rispettando il volere della donatrice abbiamo in mente un’importante progettualità legata a finalità di utilità pubblica» ha evidenziato Sarcinelli. Un’ipotesi progettuale di “abitare sociale” connessa alle attività del centro diurno confinante, che ospita il laboratorio socio-occupazionale “Colorazione”, realtà che dagli anni Duemila ha sede negli spazi dell’ex elementare di Barbeano: l’edificio era stato concesso in comodato d’uso gratuito all’Azienda sanitaria per l’istituzione di un centro diurno che potesse accogliere adulti diversamente abili con finalità di inclusione sociale. Oggi come allora, al suo interno sono previste varie attività: educative, artistiche e artigianali, finalizzate a specifici obiettivi. Inoltre, gli operatori del laboratorio hanno costruito negli anni un rapporto di scambio e di integrazione col territorio.

Con “Casa Ferrario” a disposizione si potrebbe fare un ulteriore passo avanti. L’idea sarebbe di ricavare una “palestra per l’autonomia”, da intendere come un «luogo dove sperimentare la normalità, anche in assenza della propria famiglia, assieme ad altre persone con disabilità».

«È una progettualità possibile grazie alla collaborazione col personale del centro diurno e dell’Associazione dei familiari di persone con disabilità» ha osservato Sarcinelli. Dopo alcuni interventi di adattamento si potrebbero ricavare stanze per utenti e personale educativo e di assistenza per percorsi di autonomia. Costo dell’operazione 42 mila euro, finanziato per 26 mila con contributo regionale, per 9 mila euro con fondi del 5 per mille incassati nel 2020 e per la parte restante con fondi del Comune. —



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