Sospetto doping nel ciclismo, tre indagati

UDINE. I carabinieri del Nas hanno effettuato 17 perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Udine per sospetto procacciamento illecito e somministrazione di sostanze a effetto dopante in riferimento a una squadra ciclistica friulana in cui corrono ragazzi “elitè” e “under 23” di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Sicilia, Piemonte e Marche. L’indagine ha portato a iscrivere nel registro degli indagati il team manager della T-Vb di Latisana Mattia Vairoli, 28 anni, e altri due corridori, Martin Vairoli e Patrick Fellet .
In attesa di conoscere gli esiti delle analisi del materiale sequestrato, la società (presieduta da Cristian Zamburlini), rappresentata dall’avvocato Celestino Salami del foro di Ravenna, ha provveduto a sospendere con effetto immediato il team manager e i due giovani ciclisti oggetto di indagini per violazione dell’articolo 9 della legge 376 del 2000 (antidoping).
Sospesi anche altri tre corridori (Santo Cataudella, Claudio Polisano e Paolo Terranova) e il direttore sportivo Ezio Piccoli, pur non indagati.
«Al fine di tutelare l’immagine della T-Vb – sottolinea l’avvocato Salami –, tramite la quale in questi anni si è dato vita a un progetto che ha fatto della lealtà e correttezza i propri principi ispiratori tanto da prevedere, esperienza quasi unica in Italia, che parte degli utili vengano versati in beneficienza, tengo a precisare che la perquisizione nella sede sociale della società ha avuto esito negativo».
E, nello stesso tempo, il legale ci tiene a informare che «ho provveduto a formulare alle persone coinvolte la richiesta del risarcimento dei danni di immagine che dovessero derivare alla squadra».
Gli accertamenti sono sta avviati da qualche mese dai carabinieri del Nas di Udine, hanno portato al momento la magistratura friulana a iscrivere nel registro degli indagati tre persone, ma non si escludono ulteriori sviluppi.
Nei giorni scorsi i militari dell'Arma hanno eseguito su delega della Procura 17 perquisizioni. Secondo quanto si è appreso, gli inquirenti avrebbero raccolto personal computer, documentazione varia e medicinali vietati per gli sportivi. Il materiale acquisito nelle perquisizioni dovrà essere ora analizzato.
Se l’inchiesta della Procura di Udine ha accentrato le attenzioni sulla T-Vb, il dirigente e direttore sportivo Stefano Bandolin tiene a precisare sul sito ciclismoweb.net che «il progetto Vairoli è finito», ma «il team T-Vb andrà avanti almeno fino a fine stagione e lo farà a testa alta». Bandolin, che fa sapere di «non essere iscritto nel registro degli indagati e neanche in quello delle persone informate sui fatti», informa sul sito che «venerdì mattina abbiamo inviato una lettera di allontanamento a Mattia Vairoli, a Ezio Piccoli e a tutti quegli atleti ai quali è stata riscontrato il possesso o l'uso di sostanze dopanti. Oggi la nostra squadra è composta solo da cinque corridori, risultati essere puliti dopo due mesi di indagini dei Nas e dopo la perquisizione a casa». Gli atleti, che il dirigente sportivo cita, sono: Andrea Trovato, Dario Baruffato, Davide De Marco, Matteo De Rovere e David Morettin. «Santo Cataudella, Patrick Fellet, Claudio Polisano, Paolo Terranova e Martin Vairoli finiscono, quindi, fuori squadra» evidenzia Bandolin sul sito ciclismoweb.net.
Poi il dirigente conclude: «Non ci sto quando Vairoli dice di essersi dimesso. Siamo noi – sottolinea Bandolin – che lo abbiamo allontanato. Non è stato tradito ma ci ha traditi. Noi comunque andiamo avanti. Io e i miei cinque ragazzi sappiamo di avere la coscienza a posto e le carte dei Nas lo dimostrano».
L’indagine – è scritto sempre su ciclismoweb.net – sarebbe partita «dalla Nuova Zelanda quando, lo scorso gennaio, Josh Atkins fa rientro in patria a testa bassa. Partito pochi giorni prima da casa, destinazione Sicilia, per affrontare il primo collegiale di preparazione con la sua nuova squadra, il Team T-VB, avrebbe scoperto che le cose erano molto diverse da come se le sarebbe aspettate. Una volta a casa – si legge ancora sul sito – avrebbe raccontato di pastiglie, flebo e sostanze dopanti. Il procuratore che lo aveva portato in Italia non ci avrebbe pensato due volte e avrebbe denunciato il team T-Vb alla Procura della Repubblica italiana».
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