«Soldi pubblici buttati Al castello di Maniago chiuso il Centro visite»
maniago. Un investimento di soldi pubblici che, almeno per ora, può dirsi infruttuoso. Stiamo parlando del centro visite del castello di Maniago: a quasi tre anni dalla chiusura del cantiere, l’immobile, completamente ricostruito, è chiuso.
A porre l’interrogativo sul futuro della struttura, realizzata coi fondi pubblici del Pisus (Piano di sviluppo urbano), è il consigliere di minoranza Antonio Iracà (Gruppo indipendente Maniago). Nessuna volontà da parte su di puntare il dito contro l’esecutivo Carli, che a onor del vero ha ereditato dall’amministrazione Belgrado “il pacchetto” del Pisus e ha pure chiesto la modifica di progetti «per evitare sprechi di denaro in opere faraoniche», come aveva messo in luce il sindaco, solamente la necessità di capire quali siano i piani per l’immobile che sorge ai piedi delle vestigia dell’antico maniero.
La fotografia è desolante: il centro visite si può ammirare solo attraverso gli spazi del portone in legno posto all’ingresso dell’area verde in cui sorge l’immobile. La struttura, tra l’altro, è ubicata accanto a edifici, comunque, non di proprietà del Municipio, che sono di fatto abbandonati. Il quadro, insomma, non è dei migliori e questo spiace anche a Iracà, visto che la strada lungo la quale sorge il centro visite è molto battuta da amanti della corsa e delle passeggiante.
«Qual è il futuro del centro visite del castello? Sinora non abbiamo visto nulla – ha chiesto Iracà –. Vorremmo capire se esiste un progetto strutturato per “dare vita” all’immobile, che, allo stato attuale, dopo anni dal termine dei lavori, risulta un contenitore vuoto».
Iracà vorrebbe capire se magari il progetto di destinare l’edificio a centro visite sia stato accantonato. «Se così fosse, ci piacerebbe sapere qual è l’alternativa – ha aggiunto –. Nelle scorse settimane è stato annunciato che la giunta ha deciso di giocare la carta dell’Art bonus per raccogliere fondi per sistemare le vestigia del maniero: una buona scelta, visto che rappresenta un’occasione da non perdere, ma bisogna anche pensare a cosa fare di un immobile rifatto da cima a fondo investendo denaro pubblico. Non vorremmo che rimanesse una cattedrale nel deserto». –
G.S.
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