Sindacati, “sgambetti” e mail anonime: bufera nella Cisl e caos nella Fiom

UDINE. Poteva essere una passeggiata. Con un nome designato alla successione, quello di Alberto Monticco, gradito sia alla Cisl regionale che alla segretaria nazionale Anna Maria Furlan. Facile invece non lo sarà la marcia di avvicinamento al dopo Fania per via dell’ispezione nazionale alla Cisl Fvg che ha messo in rilievo violazioni amministrative, gestionali, della normativa previdenziale e fiscale. Un terremoto che il sindacato ha gestito con discrezione.
Anche troppa. Nessun commento. Nessuna parola in più. Commenti, parole e documento sono stati affidati affidati invece a mail anonime arrivate a giornali e istituzioni. A più riprese. Con l’intento di non far scendere l’oblio su una vicenda che il sindacato ha fatto il possibile per far cadere nel dimenticatoio ma che in calce aspetta di veder scritta la parola fine. In positivo o in negativo. Conclusa l’ispezione e ricevute le contro-deduzioni di Giovanni Fania, il nazionale quella parola dovrebbe scriverla.
Come? Quando? Oggi gli interrogativi che si fanno dentro (ma anche fuori) al sindacato sono questi. Nella nouvelle vague all’insegna della moralità voluta da Anna Maria Furlan per la Cisl come si può conciliare la situazione tutta da chiarire della segreteria Fvg? Se scorrettezze - ancorché gestionali come a più riprese ha tenuto a chiarire Fania - ci sono state, quali saranno le conseguenze? Non è dato sapere.
«Chiedetelo al nazionale» ribatte il segretario Fvg al telefono. Proviamo, ma il telefono di Piero Ragazzini, segretario amministrativo nazionale Cisl, squilla a vuoto. Nessuna risposta, neanche all’sms che “elemosina” un breve convegno telefonico. Imbarazzo? Forse.
Anche se più di qualcuno in seno all’organizzazione ritiene il silenzio una strategia. Furlan è alle prese con questioni ben più spinose. Una per tutte: il commissariamento della Funzione pubblica per presunte irregolarità nei tesseramenti, patata bollente che sarà oggi all’esame del consiglio generale a Roma. A paragone, il caso Fvg sembra davvero poca cosa, ancor più considerato il prossimo rinnovo dei vertici. Potrebbe essere questa la ratio: cambio alla leadership, problema risolto. Teorie. Niente più.
Naturalmente ne ha una anche Fania, che ieri è tornato a difendersi. «Ho già spiegato per ben tre volte al nazionale e non ho mai promesso di rendere pubbliche le mie contro-deduzioni. Non lo farò perché sono ligio alle regole dell’organizzazione a differenza di chi si diverte a render pubblico di volta in volta solo un pezzetto del puzzle». In modo fuorviante a sentire Fania che fa sapere dal canto suo di aver spedito a Roma, all’indirizzo degli ispettori che hanno passato al setaccio la sua Cisl, migliaia di atti e centinaia di pagine.
«Mi sono impegnato a dare risposte all’organizzazione - continua - non ai giornali. E non mi piacciono le allusioni sul motivo del mio passo indietro, che non è di oggi. L’ho annunciato - dalle colonne del Messaggero Veneto - ben due anni e mezzo fa, quando abbiamo avviato il percorso della regionalizzazione. Non volevo qualcuno pensasse che lo facevo per avere maggiore potere».
In questo clima d’incertezza, appesantito da malumori, da un percorso di regionalizzazione non gradito a tutti e da più di qualche acrimonia interna, la grande famiglia della Cisl guarda al congresso della primavera prossima. Le date sono fissate - dal 10 al 12 maggio - e sulla successione a Fania pare non esserci partita. Il nome è quello di Monticco, benedetto sia dal regionale che da Furlan lo scorso mese di dicembre, quando la segretaria è volata in Fvg per dare il suo imprimatur alla regionalizzazione.
Un processo che Fania promette porterà processi più snelli (e forse anche meno costosI). Oggi i segretari confederali sono in Fvg 19. Dal 14 maggio prossimo saranno 7. A guidarli - salvo sorprese sempre possibili in democrazia - dovrebbe essere Monticco chiamato a raccogliere in sede congressuale il testimone dalle mani del segretario uscente in un percorso che ai vertici della Cisl sperano possa essere senza strappi. In mezzo ci sono però oltre tre mesi.
Ci sono email anonime che mirano a surriscaldare il clima. Infine ci sono ex segretari della Cisl, come Ivano Monguzzi, già nel board dell’Alto Friuli con il compianto Daniele Deotto, che è stato tra i pochi ad avere il coraggio di prendere una posizione dura: «Sono convinto che la Cisl abbia gli anticorpi per vincere la battaglia di pulizia che va fatta, per riportare la situazione alla normalità e ritrovare un sindacato più unito - aveva detto mesi addietro -. Ma per fare tutto questo è necessario che i componenti della segreteria regionale, tutti, facciano un passo indietro».
Altri vanno oltre (ma non lo dicono apertamente) e invocano nei corridoi dell’organizzazione un Campania bis, vale a dire il commissariamento della Cisl regionale come già fatto da Furlan a Napoli ritenendo la successione targata Monticco non sia garanzia della discontinuità che si conviene alla luce delle scorrettezze gestionali evidenziate dall’ispezione. Nomi alternativi? Non ce ne sono. Si sono spesi quelli del segretario dell’Ust di Udine, Roberto Muradore, e quello del suo omologo nella Destra Tagliamento, Arturo Pellizzon, ma ogni ipotesi di una loro discesa in campo appare oggi senza fondamento. Tanto più che a smentire si è scomodato recentemente il sindacalista “eretico” in persona: «Sono prossimo a compiere 62 anni e il nostro statuto prevede che dopo i 65 non si possano più avere ruoli.
Solo un imbecille - ha detto tranchant Muradore - si candiderebbe per tre anni». Il destino di Monticco sembra dunque segnato ma la strada per la leadership resta comunque in salita. Ancor più archiviato il congresso, quando la nuova segreteria inizierà a lavorare e dovrà fare i conti anzitutto con i segni che quest’ultima vicenda ha impresso su valori fondamentali per un sindacato quali la credibilità, la reputazione, la trasparenza.
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