Silenzio dall’Australia,famiglie angosciate
«Al dolore che proviamo, in queste ore si aggiunge l’angoscia dell’attesa: non sappiamo cosa fare, né se sia meglio partire o no per l’Australia». Nelle parole della mamma di Tatiana Corsari, la 23enne di Zugliano che domenica ha perso la vita con l’amica e compaesana Stefania Capussela, 24, in un incidente stradale nel Queensland, c’è tutto lo strazio di una tragedia che le distanze rendono ancora più grande.

UDINE.
«Al dolore che proviamo, in queste ore si aggiunge l’angoscia dell’attesa: non sappiamo cosa fare, nè se sia meglio partire o no per l’Australia». Nelle parole della mamma di Tatiana Corsari, la 23enne di Zugliano che domenica ha perso la vita con l’amica e compaesana Stefania Capussela, 24, in un incidente stradale nel Queensland, c’è tutto lo strazio di una tragedia che le distanze rendono ancora più grande. Per i coniugi Corsari, che in Tatiana avevano la loro unica figlia, fino al pomeriggio di ieri le notizie sono arrivate soltanto attraverso Internet.
«A informarci della morte di nostra figlia – racconta la madre Letizia –, alle 13.15 di domenica, è stato il vice console Lanza con una telefonata. Poi, salutandoci, ci ha promesso che ci avrebbe tenuti al corrente degli sviluppi della vicenda». E invece, da quel momento è seguito il silenzio. «Non una telefonata, nè un’email – spiega il padre Sergio –, finchè non mi sono deciso e, grazie alle competenze informatiche di un mio nipote, sono riuscito a ottenere una risposta scritta da un altro funzionario. Ma, nella sostanza, non aggiungeva niente a ciò che già sapevamo».
Sconsolati ed estremamente confusi, i genitori di Tatiana si sono così affacciati sull’unica finestra a loro disposizione: la rete. Incollati al monitor, in cerca degli articoli pubblicati on-line dai giornali australiani. Finchè, ieri pomeriggio, su quello stesso video non è apparso il simbolo di un’email. «Ce l’ha mandata Lanza – continua Sergio Corsari –, per spiegarci che è arrivata una squadra di tecnici incaricati di valutare come possa essere avvenuto l’incidente. Ci ha detto di stare tranquilli e di avere pazienza». Già, pazienza. Perchè i tempi per il rimpatrio delle salme o, meglio, di quel che resta dei corpi carbonizzati delle due giovani, potrebbero essere molto lunghi.
«A meno che non si decida di procedere con il prelievo del Dna – afferma il papà di Tatiana –, come ha ipotizzato un sito australiano. Ma per il momento sono solo voci, nessuno ci ha ancora detto niente». Nè hanno ottenuto più notizie i genitori di Stefania, che l’altra figlia, Cristina, ha voluto allontanare dalla casa di Zugliano non appena appreso del tragico schianto. Ora si trovano in Veneto, anche loro in balia degli eventi e pronti a partire per l’Australia, nel caso in cui la Farnesina o il Consolato lo ritenessero necessario. Risposte vaghe, per il momento, sono giunte anche dall’Ufficio rimpatri del ministero degli Esteri. Intanto, a contattare le famiglie delle due friulane, oltre ai loro tanti amici, è stato anche il ristoratore dal quale Tatiana e Stefania avevano lavorato fino a pochi giorni fa. Nella sua lettera, il ricordo di quanti le avevano conosciute, apprezzandone l’allegria, l’impegno e la serietà.
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