Sicurezza per la stazione: l’atrio chiuderà di notte

Gli obiettivi dell’iniziativa sono garantire i viaggiatori, il decoro e l’igiene dei locali. Tra i problemi segnalati, anche la presenza di stranieri che bivaccano da mesi.
ANTEPRIMA Udine 11 Novembre 2006. Telecamere in stazione dei treni.Telefoto Copyright Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 11 Novembre 2006. Telecamere in stazione dei treni.Telefoto Copyright Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Tra non molto l’atrio della stazione ferroviaria di Udine, sul quale si affacciano locali e negozi, potrebbe restare chiuso di notte. Presumibilmente dalla mezzanotte alle quattro/cinque del mattino. E’ questa una delle ipotesi al vaglio di Centostazioni e Rfi (Rete ferroviaria italiana), le due società proprietarie delle strutture: la prima segue principalmente gli aspetti commerciali, mentre la seconda si occupa dell’infrastruttura ferroviaria vera e propria (binari, marciapiedi, pensiline).

Entrambe, da mesi, si trovano a fare i conti con alcuni problemi tra i quali, non ultimo, la presenza di due nigeriani che dicono di «non avere un altro posto dove andare a dormire». Così ora Centostazioni e Rfi, in accordo con Trenitalia, stanno valutando la fattibilità di tale chiusura. In particolare, in relazione alla circolazione dei passaggeri. Secondo alcuni progetti allo studio, dovrebbero rimanere aperti l’accesso in corrispondenza dell’area taxi (che porta al binario 1) e la scala che conduce a tutti gli altri binari attraverso sottopassi. Tutte le altre zone, dall’atrio centrale sino al bar che si trova in fondo al corridoio, dovrebbe essere chiuse. L’ultimo treno è in arrivo alla stazione di Udine intorno all’una di notte. Mentre quello che parte primo è delle quattro e mezza circa.

Come si diceva, questa per adesso è solamente un’ipotesi che viene valutata insieme all’istituto di vigilanza privato che dovrebbe occuparsi materialmente della chiusura delle porte, dei vari controlli notturni e della successiva riapertura.

Della possibile chiusura, che ha come obiettivo, appunto, quello di garantire la sicurezza, il decoro e l’igiene dei locali, sono già state messe a conoscenza varie istituzioni, come per esempio la Prefettura, la Questura e il Comune.

Dei due africani che dormono nel corridoio della stazione le cronache si erano già occupate alcuni mesi fa. Lui e lei, entrambi sui quarant’anni, riemersi da una serie di vicissitudini con le quali la vita li ha costretti a confrontarsi, dicono di non avere nè una casa nè un lavoro. E così la gente che va a prendere il treno li vede svegliarsi e andare a dormire accanto alle panchine, li vede chiacchierare e sorseggiare una Coca-cola. Spesso sembrano spaesati, alle volte devono fare i conti con il personale delle pulizie che vorrebbe il pavimento sgombro. Durante il giorno vanno in giro per la città e fanno riferimento a vari enti caritatevoli. Ormai la gente che frequenta la stazione si è abituata alla loro presenza, (chi lavora in stazione riferisce che non hanno mai creato particolari problemi). Ma in base alle leggi italiane in stazione non possono continuare a dormire.

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