Si sente male in casa e chiama il 112: l'ambulanza arriva dopo tre ore

Una 70enne di Udine, in condizioni non critiche, ha atteso l’arrivo del mezzo  La centrale operativa: c’erano altre emergenze. Rabbia della figlia: farò denuncia

UDINE. Poche ambulanze e, allo stesso tempo, tante richieste di soccorso di una certa gravità. Ed è così che una persona in codice verde (quindi urgenza minore) può aspettare anche oltre tre ore l’arrivo di un mezzo del 118. È quanto accaduto ieri a una donna 70enne residente in via Lodi. La prima a chiamare il 118 è la figlia Cristina D. che risiede a Verona. Al telefono capisce che la mamma, la quale presenta delle patologie pregresse, non sta bene come le conferma poi anche il padre. Per questo decide di rivolgersi al 118.

Sono le 12.03 quando parte la prima telefonata al numero di emergenza di Verona che inoltra la chiamata alla centrale operativa regionale di Palmanova. A quel punto, come riferisce il direttore Vittorio Antonaglia, «è stata allertata la guardia medica. Si trattava di un codice verde per febbricola e astenia. Il medico ci ha informato del quadro clinico. In quel momento, però, erano in corso delle richieste di soccorso con codici più gravi che richiedevano un intervento immediato». La procedura, quindi, è stata eseguita in maniera corretta dalla centrale del 118.

Cristina, intanto, sale in macchina e arriva a Udine «prima dell’ambulanza – precisa –. Nel frattempo ho continuato a chiamare, in tutto cinque volte, ma la risposta che mi è stata data è che c’erano solo tre ambulanze. La guardia medica, che ringrazio per la sua disponibilità, arrivata a casa verso le 13, si è fermata con mia madre fino all’arrivo dell’ambulanza che a sua volta aveva sollecitato. In questo modo non si è potuta dedicare ad altri pazienti».

L’ambulanza, partita alle 15.25, arriva in via Lodi alle 15.31 e la pensionata viene trasportata in Pronto soccorso sempre in codice verde. «Io non voglio dare la colpa agli operatori – riferisce Cristina –, ma a un sistema sanitario che è stato ridotto così dalla precedente amministrazione regionale. Perché io comprendo che ci possano essere delle emergenze, ma non posso accettare che in una città come Udine non ci siano mezzi a disposizione, che invece dovrebbero essere dislocati sul territorio, e che si debba aspettare delle ore l’arrivo di una autoambulanza. Ecco questo non lo posso accettare».

Cristina non intende fermarsi. «Per tale motivo – conclude – nei prossimi giorni farò denuncia alle forze dell’ordine proprio per segnalare una situazione che a mio modo di vedere non è affatto degna di un Paese che si definisce civile».
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto