Si salvò dall’attentato al “Lince” in Afghanistan, dopo 12 anni arriva l’onorificenza a Pordenone con la medaglia d’oro

Nel 2008 Fernando Paiano era in Afghanistan con il 132esimo reggimento carri di Cordenons Una decina di giorni prima un attentato aveva ucciso il maresciallo Giovanni Pezzulo, originario del Casertano ma residente a Oderzo, in servizio in un contingente misto per aiuti militari. Altri attacchi mietono vittime nell’esercito inglese
Soldati italiani dell'ISAF in Afghanistan in una foto d'archivio. Due militari italiani che viaggiavano a bordo di un blindato sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno rudimentale nell'ovest dell'Afganistan. Non sarebbero in pericolo di vita. L'attentato si è verificato questa mattina alle 9:30 locali (le 7:00 in Italia), durante un'attività di 'village assessment' presso il villaggio di Awkalan, località a 8 chilometri a sud di Shindand. Secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, "un mezzo blindato 'Lince' della Transition Support Unit - Center è stato investito dall'esplosione di un ordigno improvvisato". A seguito dell'esplosione, 2 militari italiani sono rimasti feriti. I due " non versano in pericolo di vita" e sono stati immediatamente trasportati presso l'ospedale militare da campo di Shindand. I famigliari sono stati informati dagli stessi militari ANSA / ESERCITO ITALIANO- HO - EDITORIAL USE ONLY
Soldati italiani dell'ISAF in Afghanistan in una foto d'archivio. Due militari italiani che viaggiavano a bordo di un blindato sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno rudimentale nell'ovest dell'Afganistan. Non sarebbero in pericolo di vita. L'attentato si è verificato questa mattina alle 9:30 locali (le 7:00 in Italia), durante un'attività di 'village assessment' presso il villaggio di Awkalan, località a 8 chilometri a sud di Shindand. Secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, "un mezzo blindato 'Lince' della Transition Support Unit - Center è stato investito dall'esplosione di un ordigno improvvisato". A seguito dell'esplosione, 2 militari italiani sono rimasti feriti. I due " non versano in pericolo di vita" e sono stati immediatamente trasportati presso l'ospedale militare da campo di Shindand. I famigliari sono stati informati dagli stessi militari ANSA / ESERCITO ITALIANO- HO - EDITORIAL USE ONLY

La sua storia spicca in mezzo ai nomi di pordenonesi che si sono distinti per i loro meriti nelle arti, nell’economia, nell’impegno civile. Inizia dodici anni fa in Afghanistan, nella valle del Gulistan, e viene ricordata oggi, con la consegna della medaglia d’oro di vittima del terrorismo: ad essere premiato è Fernando Paiano, all’epoca comandante di un plotone che subì un attentato con un ordigno esplosivo. Lui e un altro militare rimasero feriti, fortunatamente in modo non grave, grazie alla robustezza del “Lince” che li trasportava.

Paiano verrà premiato questa mattina all’ex convento San Francesco insieme ad altri 16 pordenonesi che verranno insigniti delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica. A differenza loro, però, a Paiano viene riconosciuto il titolo di Vittima del terrorismo, assegnato ai cittadini colpiti da eversione armata.

Torniamo al 2008. È il 23 febbraio, sono circa le 11.30 ora locale (le 8 in Italia). Come ricostruisce pochi giorni dopo l’allora sottosegretario al ministero della Difesa Giovanni Lorenzo Forcieri in Senato, un plotone motorizzato italiano della Task force El Alamein si sta spostando da Delaram a Gulistan, nell’area di responsabilità del Regional Command West a guida italiana.

Il tragitto è di circa 30 chilometri, la colonna è composta da otto Vtlm “Lince”, due autocarri da trasporto tattico medi e un Vm 90. Il trasferimento è finalizzato all’avvicendamento di un plotone spagnolo.

Sono giorni caldi in Afghanistan: una decina di giorni prima un attentato aveva ucciso il maresciallo Giovanni Pezzulo, originario del Casertano ma residente a Oderzo, in servizio in un contingente misto per aiuti militari. Altri attacchi mietono vittime nell’esercito inglese.

Quella mattina l’obiettivo dei talebani sono i militari italiani che trovano sul loro percorso un ordigno esplosivo che coinvolge un veicolo protetto “Lince”. Subito dopo viene aperto il fuoco contro l’autocolonna.

Nell’incidente rimangono feriti in modo lieve due militari: uno di questi è Fernando Paiano, sottotenente e comandante del plotone, effettivo al 132esimo Reggimento carri di Cordenons. Immediatamente soccorsi dal personale sanitario del plotone, i due vengono trasferiti a Herat.

Alcuni mesi dopo saranno proprio i militari dell’equipaggio a voler ringraziare pubblicamente la Iveco, che produce il “Lince”. A salvare loro la vita, secondo uno di militari, furono proprio le caratteristiche costruttive del mezzo: lo scrisse in una lettera inviata a titolo privato e l’Iveco volle ospitare l’intero equipaggio nello stabilimento produttivo.

Oggi, a 12 anni di distanza, i riflettori saranno puntati su Paiano, destinatario di una medaglia d’oro come Vittima del terrorismo.

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