Si è spenta Ina Celiberti compagna di vita del maestro

UDINE. Se n’è andata con discrezione e con delicatezza, così com’era vissuta Ina Gri, compagna di una vita del pittore e scultore Giorgio Celiberti.
A spegnere il suo amabile sorriso e la sua innata eleganza è stata una malattia comparsa recentemente. Dopo un breve ricovero in ospedale, nei giorni scorsi Ina aveva fatto ritorno nella sua abitazione dove è spirata all’età di 83 anni alle prime ore di ieri.
Amministratrice e curatrice delle rassegne artistiche di Celiberti, Ina è stata una fonte di continua ispirazione per lui e una presenza fondamentale nella sua vita, come pure nella sua carriera.
«Quando la vidi per la prima volta avevo quattordici anni e lei ne aveva dodici – ricorda il maestro – stavo giocando con i suoi cugini e scorsi una moretta con le trecce. Era così bella che dissi a me stesso: “Io me la sposo”».
Cominciò così, più di settant’anni fa, una storia d’amore che ha attraversato il tempo e che nemmeno la morte riesce a spezzare.
«Fra tutti i doni che ho ricevuto in tutta la mia vita – confessa il maestro – quello più bello è stata lei».
Ultima di tre fratelli, Ina nacque a Udine nel 1931. Dotata di una grazia e di un’eleganza innate, sin da piccola dimostrò abilità nell’arte sartoriale tanto che, dopo aver avviato una propria attività, le arrivò la proposta di trasferirsi a Roma e di lavorare all’interno del laboratorio di Fernanda Gattinoni.
Un atelier prestigioso, che vestiva attrici del calibro di Audrey Hepburn, Anna Magnani, Ava Gardner e Ingrid Bergman, solo per citarne alcune.
Un punto di svolta nella vita di Ina, che segnava l’inizio di una nuova e promettente carriera. Eppure, lei non ebbe un attimo di esitazione quando decise di abbandonare quella via e scegliere il matrimonio con l’uomo di cui era innamorata da sempre, Giorgio Celiberti, a cui avrebbe dedicato la propria esistenza.
Passò qualche anno prima che la coppia si scambiasse una promessa davanti a un altare che il tempo non è riuscita a offuscare.
«Avevo scelto di fare l’artista – spiega il maestro – ho voluto aspettare di avere una certa tranquillità economica prima di sposarmi».
Nel 1958 il matrimonio della coppia fu celebrato ad Assisi, quasi una consacrazione di una vita che sarebbe stata declinata all’insegna dell’arte, dinanzi agli esempi più cari al maestro, prima fra tutte la “Crocifissione” di Cimabue.
È cominciato così un progetto di vita che ha scandito il percorso personale e quello professionale dei coniugi Celiberti e che si è arricchito con la nascita del figlio Massimo nel 1961 e, più recentemente, del nipote Giorgio junior.
A cementare quell’unione è stato, come ricorda il maestro, «il modo pulito di stare insieme», il sostegno reciproco, l’intesa e l’affiatamento che non sono mai venuti a mancare.
Presenza silenziosa e raffinata, Ina affiancava il marito nel lavoro, nella puntuale attività di archiviazione, nell’amministrazione e seguendolo nelle iniziative artistiche.
«Nel 1963, mentre mi trovavo ricoverato in ospedale – ricorda Celiberti – Ina inviò di sua iniziativa e a mia insaputa un mio quadro a una grande mostra nazionale allestita negli spazi della Quadriennale. Quel quadro vinse il primo premio».
Un velo di tristezza appanna il racconto del maestro, cui giungono infinite telefonate di cordoglio e testimonianze di affetto.
I funerali di Ina Gri Celiberti saranno celebrati domani alle 14 nel Tempio Ossario, quindi la salma sarà tumulata nel cimitero urbano di San Vito.
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