«Si abbassa l’età del primo approccio agli stupefacenti»
Un costante abbassamento dell’età in cui i giovani iniziano ad assumere sostanze stupefacenti. Cannabinoidi, ma pure farmaci ansiolitici e antidolorifici. E poi le droghe sintetiche. Anche alle medie, ad appena dodici-tredici anni, nei casi più estremi, come quello che si è verificato in un istituto friulano. A confermarlo è il responsabile del Sert-Dipartimento dipendenze dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, Enrico Moratti.
La struttura di prevenzione dell’Asuiu ha attualmente in carico «una quarantina di minori», spiega Moratti. Gli operatori cercano costantemente di coinvolgere le famiglie dei giovani in trattamento, anche se in alcuni casi le difficoltà non mancano.
«Cosa spinge i giovani ad approcciarsi alle droghe? Alla base – spiega il referente del Sert – ci possono essere problematiche di natura emotiva, di identità, spesso scatenate dal contesto familiare d’origine. Le motivazioni addotte dai giovani sono le più disparate: c’è chi si rifugia nelle sostanze stupefacenti per fuggire dalla noia, per colmare una sensazione di vuoto, per sfogare ed evadere da situazioni di sofferenza. Ma parlano anche di divertimento, sballo, e di dinamiche in cui l’utilizzo delle droghe è quasi accettato, dato per assodato. E questo è un elemento preoccupante, a dir poco».
Sono generalmente i cannabinoidi la “porta d’accesso” attraverso la quale i giovani transitano nel mondo degli stupefacenti. In testa c’è la marijuana, che è relativamente facile reperire anche in un mercato minore come può essere quello del Friuli. Ma non manca il ricorso alla poliassunzione delle sostanze, che miscelate creano l’effetto di estraniamento tipico delle droghe: dagli stimolanti ai farmaci ansiolitici, passando agli antidolorifici e agli oppiacei. E, ovviamente, le droghe sintetiche, sempre più diffuse anche nella nostra regione.
Ma come avviene l’approvvigionamento? «Ci sono Rete e reti – spiega Moratti –. Internet è una vetrina da non sottovalutare: i giovani la utilizzano per entrare in contatto con chi poi materialmente cede la droga. E poi ci sono le reti umane, il contesto di amicizie e conoscenze».
La sesta rilevazione di dati Espad, condotta in Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) evidenzia come in media il 18 per cento degli studenti riferisce di aver assunto una sostanza illecita almeno una volta. La sostanza più diffusa è la cannabis: ammette di averla provata almeno una volta il 16 per cento degli studenti, in aumento dall’11 per cento rispetto al 1995, anche se in calo rispetto al picco del 2003 (19 per cento).
Tre studenti su 10 considerano la cannabis facilmente disponibile, più di altre droghe illecite: ecstasy (12 per cento), cocaina (11), amfetamine (9), metamfetamine (7) e crack (8).
E ancora: il 4 per cento degli studenti ha sperimentato le nuove sostanze psicoattive almeno una volta, mentre il 3 per cento ha ammesso l’uso recente (almeno una volta nell’ultimo anno).
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