Sfiorata da un fulmine, è viva: «Sono fortunata a essere qui»

Vanessa Gudenzi sabato sera aveva trovato riparo dalla pioggia sotto un albero. La saetta è caduta a due metri: ustioni di primo grado alla schiena e al piede

La pioggia battente. Un riparo sotto un albero. E poi un fulmine, un boato e il corpo disteso a terra che si irrigidisce. «Tutto è durato pochi secondi, ma è a me è sembrata un’eternità. Sono fortunata a essere ancora qui per poterlo raccontare, me l’hanno detto anche i medici».

Vanessa Gudenzi, 22 anni di Varmo, può raccontare infatti di essersi trovata, sabato sera, a un paio di metri di distanza da un fulmine che ha colpito un albero sotto il quale si era riparata dal temporale e di essere stata attraversata dalla scarica elettrica.

Ha riportato ustioni di primo grado sulla schiena e al tallone del piede destro. A coprirle ci sono due grandi cerotti. È già tornata al lavoro Vanessa. «Adesso sto bene – dice –, danno solo un po’ di fastidio le bruciature ma poteva andare molto peggio. Non esagero quando dico di sentirmi una miracolata perché ho rischiato di non essere qui a spiegare come è andata».

Erano circa le 19. Vanessa, che lavora al bar Da Ettore a Rivignano, si trovava con il suo ragazzo Daniele Bosco, 30 anni, e l’amico Ivan Zanutta, a una festa privata nella frazione di Flambruzzo a Rivignano. A un tratto inizia a piovere a dirotto. «Eravamo vicino a un boschetto – racconta – e ci siamo riparati sotto uno degli alberi. A un certo punto ho sentito un boato e mi sono ritrovata distesa per terra. Non riuscivo più a muovere la parte destra del corpo. Inizialmente non mi sono resa conto di cosa fosse accaduto. Poi piano piano il mio corpo ha reagito. Il fulmine aveva colpito l’albero sotto cui eravamo. Solo in un secondo tempo mi sono accorta delle bruciature sulla schiena in prossimità delle parti metalliche degli indumenti e così mi hanno portato in pronto soccorso all’ospedale di Latisana». «Il mio amico – prosegue la giovane barista – teneva in mano un ombrello per ripararsi dalla pioggia e come me, e il mio ragazzo, è stato investito dalla scarica elettrica riportando dei problemi di contrazione muscolare e intorpidimento al braccio destro. La diagnosi parla di parestesia in regressione. Il mio ragazzo fortunatamente non ha riportato ustioni».

Gli altri amici che hanno assistito alla scena terrorizzati sono subito accorsi in loro aiuto. «Ci hanno detto che hanno visto il fulmine colpire e distruggere l’albero e noi tre che cadevamo a terra irrigiditi – prosegue Vanessa –. Ci hanno poi riferito all’inizio avevano temuto il peggio per tutti e tre. Fortunatamente è andata bene. Ma abbiamo avuto davvero tanta paura». «Certo – aggiunge sorridendo – abbiamo imparato la lezione. La prossima volta, se dovessimo tornare a essere sorpresi dalla pioggia, non andremo a ripararci mai più sotto un albero». 

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