Sfida alla Ducati: dopo un infortunio ha perso l’uso di 4 dita, ma vuole la moto

RONCHIS. C’è il sogno, che si chiama Ducati Monster 620 ie, la moto che gli ha letteralmente rubato il cuore. Poi c’è la realtà, che ti sbatte in faccia quello che non vuoi sentirti dire: non guiderai mai quella moto perché la casa motociclistica non modifica il mezzo per l’uso dei disabili. Allora puoi decidere: rassegnarti o lottare.
Ha deciso per la seconda strada Enrico Rossetto, 35 anni, di Ronchis, che a causa di un grave infortunio sul lavoro e al morbo di Sudek (sviluppato dopo la sofferenza di un intervento chirurgico comporta una disfunzione del sistema nervoso) da dodici anni può usare solo il pollice della mano destra, mentre le altre quattro dita sono paralizzate. Si batte con tutte le sue forze per agguantare il suo desiderio.
«La chiusura totale di Ducati mi ha lasciato l’amaro in bocca: io non cerco una moto supercostosa, vorrei guidare quella moto, che dal primo momento mi ha lasciato sensazioni positive – commenta –. Possibile che per chi ha un problema come il mio l’unica soluzione sia rivolgersi ad altri marchi e far apportare un pacchetto di modifiche da circa 3 mila euro? Bisogna valutare caso per caso».
La disabilità non ha mai fermato Enrico: da sei anni lavora come magazziniere per Modine, a Pocenia, guida l’auto, vive la sua quotidianità – con la moglie Lucia e i quattro figli – tranquillamente. E proprio in un giorno qualunque ha scoperto la moto dei suoi desideri.
«Qualche mese fa ero a fare shopping al Città fiera, l’ho vista dalla vetrina di un negozio e sono rimasto colpito: era come se la conoscessi da sempre – afferma con il sorriso –. Il rumore, così “artigianale”, di quella moto mi piaceva già da bambino, ma un colpo di fulmine così non mi era mai capitato».
Non ha perso tempo e si è immediatamente informato sulla procedura per ottenere la patente. Le prime difficoltà sono lì, però, ad aspettarlo. «La commissione medica che esamina il mio caso decide di non rilasciarmi la patente A, ma quella A speciale, per motivi di sicurezza – spiega –. Inoltre non mi viene fornita la sola soluzione per il solo freno anteriore destro, che avrebbe risolto il mio problema, ma un’altra strada ben più complessa e più costosa». Si tratta di uno schema di modifiche che non può essere cambiato e che lo costringerebbe a pagare il doppio del prezzo della moto stessa. A quel punto gli step dell’iter sono: scelta della moto da acquistare, verifica della possibilità di apportare le modifiche e definizione pratica davanti alla commissione.
«Mi rivolgo subito alla Ducati, ma mi arriva una doccia fredda – afferma ancora –: non rilascia alcun nulla osta per modificare le proprio moto per uso disabili e non fornisce possibili alternative».
Il messaggio è lapidario, non esistono deroghe. «Ducati non collabora, la commissione si limita ad applicare delle modifiche, mi dice che non è un vestito che si può accorciare o allargare a mio piacimento. Ma nel mio caso quei cambiamenti sono spropositati, non avendo amputazioni ad altri arti… – conclude Enrico –. Ho interpellato chiunque, ma a volte la disabilità e la burocrazia ti fanno sentire davvero diverso da chi ti circonda. Vorrei sensibilizzare la gente su questo tema: davvero non c’è una soluzione alternativa?».
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