Serrande abbassate in centro chiude anche il negozio Tim

Aumenta il numero di commercianti che hanno deciso di cessare l’attività Il concessionario Olivetti di via della Cooperativa era un riferimento da 55 anni



Nella città carnica calano i servizi al territorio, ma Tolmezzo sembra pure perdere, o vedere scemata, la sua vocazione emporiale. Sempre più spesso le vetrine del centro storico hanno le serrande abbassate e chiuse da possenti lucchetti. Ovunque anche nel centro, da Via Matteotti e nord a Via Renato del Din e Via Roma, sulle vetrine ci sono le scritte “vendesi” o “affittasi”. Alcune realtà, anche storiche, hanno ceduto i loro spazi commerciali a banche o assicurazioni, spostandosi in periferia, altri hanno dato forfait.

L’ultimo in ordine cronologico è il negozio di telefonia “Centro Tim, Bortolussi concessionario Olivetti” di via della Cooperativa. La chiusura, segnala un attento nostro lettore Piepaolo Lupieri risale al 16 ottobre scorso ed è passata nell’indifferenza generale. «Se non avessi avuto necessità contingente – racconta – come altri in questi giorni, la notizia sarebbe sfuggita pure al sottoscritto, come in passato qualcuno ebbe modo di evidenziare per altri storici punti fermi del commercio tolmezzino dei tempi andati, e penso alla Cartoleria Moro, al Bar Roma e prima ancora alla Ferramenta Micheletto». Un’azienda vecchia di 55 anni quella di Bortolussi, presente non solo sulla piazza di Tolmezzo. Con i suoi computer, misuratori fiscali e ultimamente con i cellulari e il servizio Tim, era conosciuto in tutta la Carnia. «Un colpo – prosegue Lupieri - per chi come me, di generazione ritardata e tecnologicamente non avanzata, aveva bisogno spesso di assistenza per inghippi o blocchi del proprio armamentario web».

La serranda di via della Cooperativa è sbarrata, ma arriva un cliente che chiede come mai sia chiuso e vuole sapere dove accedere ai servizi telefonici, quando arriva Paolo, il figlio del titolare. Anche a lui tocca spiegare agli avventori, che il negozio, sebbene con apparecchi telefonici ancora in bella vista in vetrina, è definitivamente chiuso. Chiediamo come mai di questa chiusura di un negozio storico. Paolo risponde che l’azienda ha sempre lavorato in maniera silenziosa, «sottotono. Non abbiamo fatto pubblicità quando abbiamo aperto, né desideriamo clamore ora che abbiamo chiuso». Poi, pressato, ammette di avere ricevuto «una proposta imperdibile e di averla accettata. Ci occupiamo di tante cose, e ora stiamo valutando altri progetti». Paolo fa comprendere che la chiusura era stata programmata. «Dei nostri dipendenti, ben quattro, nessuno è rimasto a casa. Uno ha raggiunto l’età pensionabile, gli altri hanno già trovato occupazione in altre aziende». Una chiusura repentina, dall’oggi al domani salvo il cartello sulla vetrina indirizzato ai clienti: «Speriamo di avervi sempre offerto un attento servizio, noi abbiamo messo tutto il nostro impegno e la nostra competenza professionali che voi stessi ci avete aiutato a sviluppare e a migliorare». —



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