Serracchiani: serve una nuova legge sulle intercettazioni

La numero due del Pd: colpita dall’essere citata senza motivo. «Nessun ritardo per la A4. Riflettere sulle regole degli appalti»

TRIESTE. Colpita, personalmente e umanamente, perché citata da terzi e senza motivo. La presidente Debora Serracchiani, numero due del Pd nazionale e responsabile delle Infrastrutture per il partito, apre così la riflessione e la revisione sulla legge per le intercettazioni.

Nell’ambito dell’inchiesta che vede 51 persone arrestate o indagate per tangenti su diverse Grandi opere, la democratica viene citata da un indagato, Giulio Burchi, ingegnere modenese di 65 anni, conosciuto da molti esponenti del Friuli Venezia Giulia perché impegnato nelle Grandi opere.

Burchi dal luglio 2004 al maggio 2007 è stato presidente di Italferr Spa (società di Ferrovie dello Stato), ma ha diversi incarichi, come quelli nei Cda di società Autostrade Lombarde Spa e della società di progetto Autostrada diretta Brescia Milano. Non solo.

Burchi è amministratore delegato di A4 Holding, la società che controlla il 100 per cento del capitale di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, la concessionaria del tratto dell’A4 da Brescia a Padova e dell’A31 della Valdastico. Con quella società Autovie Venete ha in progetto una fusione per un polo per la gestione delle concessioni autostradali a Nordest, progetto ampliabile all’interno Nord Italia.

Nelle intercettazioni Burchi si lamenta del rapporto tra Ercole Incalza, il super-funzionario del ministero delle Infrastrutture, e Stefano Perotti (entrambi arrestati lunedì) cui Incalza, secondo l’accusa, ha fatto ottenere molti incarichi di progettazione e direzione lavori di Grandi opere.

Nel deplorare il “sistema”, di cui l’ingegnere modenese ha comunque approfittato secondo i magistrati, Burchi cita Serracchiani, dicendo che per lei sta preparando un dossier sulle Infrastrutture.

«Il Parlamento – afferma Serracchiani – sta lavorando per rivedere la legge sulle intercettazioni. È chiaro che quello che si apprende sui giornali, magari quando non costituisce notizia di reato su persone che non c’entrano nulla con le inchieste, colpisce, anche personalmente e umanamente. Credo che faccia parte non solo del diritto di cronaca da parte dei giornalisti la massima trasparenza, ma penso anche che delle regole chiare su questo tema siano quantomai opportune. Io non sono oggetto di intercettazione diretta – aggiunge la presidente –, vengo citata da terze persone, mi domando a cosa serva nell’ambito dell’inchiesta far comparire sui giornali il mio nome. L’inchiesta partita da Firenze è un altro grave episodio di corruzione connesso alla realizzazione di grandi infrastrutture, su cui auspichiamo che l’Autorità giudiziaria faccia luce presto e definitivamente».

La numero due democratica, che è anche commissario straordinario per l’emergenza sull’A4 Trieste-Venezia, non ha alcuna preoccupazione per le opere da realizzare in Friuli Venezia Giulia, come la terza corsia.

«Noi abbiamo fatto fin dall’inizio molta attenzione alle procedure, abbiamo utilizzato grande trasparenza in tutti gli atti portati avanti e ricordo – prosegue Serracchiani – che siamo stati tra i primi a firmare protocolli di legalità con le Prefetture interessate alla terza corsia e che abbiamo impostato e avviato il Piano dell’anticorruzione. A tale linea di rigorosa e trasparente condotta mi sono attenuta io stessa».

La presidente ha quindi garantito che non ci saranno ritardi per i cantieri dell’ampliamento dell’A4.

«Non si prevedono ritardi nell’esecuzione dei lavori per la terza corsia. In ogni caso e per qualsiasi esigenza della magistratura, la disponibilità della struttura commissariale e di Autovie Venete Spa rimane completa e operosa. Credo – conclude Serracchiani – che questo ulteriore caso di indagini per corruzione connesse alla gestione di appalti, debba farci riflettere sugli strumenti legislativi che regolano l’affidamento di grandi opere pubbliche, oltre che ovviamente sui comportamenti».

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