Serracchiani: «Renzi ha ragione. E in Fvg dialogo con i montiani»

TRIESTE. Matteo Renzi dice che a Roma si sta perdendo tempo mentre c’è la necessità di fare in fretta. È così? Quali sono i commenti nel centrosinistra nella nostra regione? Lo spiega Debora Serracchiani, candidata presidente della Regione Friuli Venezia Giulia per la coalizione del centrosinistra. Renzi sarà in regione mercoledì 10 aprile con tappe a Trieste, a Gradisca a Udine e a Pordenone.
Serracchiani è d’accordo con l’affermazione di Renzi?
«Bisogna eliminare ogni dubbio sul fatto che si stia perdendo del tempo. È giusto trovare quanto prima una soluzione per il governo, e sappiamo che questo non può che passare da una soluzione sul prossimo presidente della Repubblica».
Quindi ha ragione Renzi, anche se Napolitano lo ha bacchettato sui tempi?
«Quindi è giusto chiedere certezza dei tempi, anche chiedere un’accelerazione».
Renzi dice anche: governo Pd-Pdl oppure al voto.
«Io credo che il governissimo con il Pdl in questo momento non sia la risposta. Si deve andare al voto se non ci sono le condizioni per cui il presidente della Repubblica possa dare un’indicazione chiara e netta per un governo di scopo, con un nome indiscutibile».
E con chi va fatto questo governo?
«Devono starci tutti quelli che intendono assumersi responsabilità di governo. Quindi il Pd, il Pdl, Scelta civica ma anche il M5S».
Torniamo al Pd. Quella di Renzi è una partita personale oppure è una storia che riguarda il partito?
«Lui è già in gioco. Credo sia anche una scelta di campo necessaria. Il futuro del Pd non può non passare da Renzi: Matteo è una pedina importante se non fondamentale del presente e del futuro».
Ma quale percorso deve fare il Pd, ora?
«Ora gli impegni dettano l’agenda. Ovviamente, all’esito di quello che accadrà, il Pd deve prepararsi a fare un processo di cambiamento necessario. Per scegliere il proprio candidato ci dovranno essere in ogni caso le primarie».
Ora che la campagna è finita, per quanto non sia stata risolutoria, che giudizio dà sulla corsa di Bersani?
«L’errore che abbiamo commesso tutti, non solo Bersani, è aver pensato che vincere primarie significasse vincere le elezioni. Non abbiamo avuto una reale percezione del tessuto sociale del Paese, con un calo del Pd e un aumento di Grillo nei giorni prima del voto. In questo non abbiamo fatto nostre alcune parole d’ordine del centrosinistra come solidarietà e moralità».
Renzi però dice che il Pd deve parlare a tutti, non solo al centrosinistra e non solo con le parole d’ordine.
«Certo, prima di tutto è però necessaria una identità chiara. Il centrosinistra deve provare, come sto facendo io in regione, a fare uno sforzo collettivo, deve cercare competenze su vasta scala, oltre al recinto dei partiti. Anche perché l’elettorato è già fortemente mescolato».
Serracchiani non è dunque anti-bersaninana, e nemmeno renziana.
«La scelta di non prendere posizione durante la campagna delle primarie, per varie ragioni, mi ha reso ancora più autonoma. Sono Serracchiani, e basta: questo mi consente di dialogare e cercare di capire, allargare la capacità di dialogo».
In Friuli Venezia Giulia, però, arriva Renzi. Verrà anche Bersani?
«No, non credo. Anche in nome di una mia autonomia, ho scelto Renzi. Anche per la sua capacità di andare oltre al recinto».
Quale è la sua scelta ideale per il Quirinale?
«Idealmente direi Bonino, vorrei una donna che abbia coraggio e capacità, che ha credibilità internazionale come lei. Se faccio una valutazione concreta su quello che mi pare siano gli orientamenti, dico Prodi. Ma non disdegnerei Amato».
L’accordo Bersani-Monti di ieri sera è anche sul Quirinale. E ha anche natura politica.
«Certo, va nella direzione di sbloccare un impasse evidente, con un’assunzione di responsabilità e di governo».
L’idea di un vero e proprio centrosinistra è un modello che può essere replicato anche in Friuli Venezia Giulia?
«In regione Scelta civica ha deciso di non presentarsi. Rilevo però che ora molte componenti di Scelta civica hanno in corso un dialogo aperto su alcuni punti programmatici che potranno essere condivisi, e in alcune province è anche presente con qualche candidato nelle liste dei Cittadini».
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