Serracchiani: ecco come rilancerò la Specialità

TRIESTE. Ascolta il lungo dibattito. Racimola qualche appunto a supporto di quello che ha già scritto. Poi tocca a lei. Una manciata di minuti per dire che non ha trovato utile fino in fondo la seduta, che non dubita della buona volontà di Colautti, che le rimane l’amarezza perchè ancora una volta ha avuto l’impressione di essere sottoposta all’esame del sangue.
Poi, come in una partita di poker, rilancia. E bacchetta i presenti stigmatizzandoli il fatto che sulla specialità «oggi abbiamo parlato ancora una volta del contenitore e non del contenuto». Poi la stoccata che arriva nel finale: «Questa discussione dovrà proseguire con concretezza, dovrà superare il taglio meramente evocativo, oltrepassare quell’oceano che sta tra il pensare di essere speciali ed essere invece speciali esercitando la specialità. E dovrà farlo con strumenti che già abbiamo a disposizione».
L’aula respinge l’odg
Subito dopo arriva il voto. E il centrosinistra respinge l’odg proposta da Colautti e supportato dalle opposizioni, che chiedeva tra le altre cose di «costituire un organismo dedicato per redigere una proposta di riscrittura dello Statuto attraverso un processo partecipativo che rinnovi il patto sociale tra società e istituzione» alla stregua di «quanto sta facendo ad esempio il Trentino».
Il documento-Colautti prendeva spunto dalla recente approvazione al senato di un odg di Raffaele Ranucci (Pd) che auspicava la riduzione delle Regioni». Secca anche in questo caso la replica della presidente: «Sugli strumenti per affrontare la sfida della Specialità c’è già una commisione tecnico-politica ed è stata istituita una sottocommissione specifica».
La citazione di Biasutti
La Serracchiani, per sottolineare che il dibattito sulla riduzione delle regioni fa parte anche del normale chiacchiericcio, cita un episodio del 20 aprile 2009 quando a Biasutti fu chiesto cosa pensasse delle dichiarazioni del ministro Bruetta che chiedeva la cancellazione delle Regioni a Statuto speciale. «Biasutti - rammenta - replicò che non bisognava rincorrere le voci e invitava l’allora presidenete Tondo a pensare soltanto a governare bene questa regione». Dunque, se Biasutti minimizzò quello che disse un ministro, alla stessa streguasi deve considerare l’odg di Ranucci.
La replica dell’ex Tondo
Ma Tondo, non gradisce di essere citato «ingiustamente». E argomenta a margine dei lavori: «La Serracchiani nella sua replica ha più volte citato Biasutti. Ma io sottolineo che l’ex presidente della Dc non avrebbe respinto la mano tesa dell’opposizione su un tema così importante come ha fatto oggi la governatrice in maniera arrogante». Quanto ai timori neocentralisti, Tondo invita a «non rimanere sulla difensiva perché così saremo tutti perdenti». Poi rivolto al Pd: «Se non riuscite a convincere i vostri sindaci sulle Uti come fate a convincere Renzi sulla Specialità».
La lungimiranza di Comelli
E dopo Biasutti, la Serracchiani cita anche Comelli. «Già nel 1979 - rammenta - in audizione al Senato affermò tre cose: le Regioni non possono muoversi in modo disarticolato rispetto alla programmazione nazionale; nel rapporto con gli enti locali bisogna evitare di esagerare con un certo tipo di difesa della loro autonomia, perché altrimenti ne andrebbe della bontà della programmazione regionale; le Province sono il nodo più grosso, anche sul piano politico. Problemi sollevati più di 35 anni fa, ai quali noi oggi - ha aggiunto - stiamo finalmente dando una risposta per rendere più efficaci i servizi ai cittadini».
L’appello alla concretezza
Sì, insiste, dobbiamo essere speciali. Ma su cosa? Bisogna pensare alle nuove sfide sulla portualità, sull’immigrazione, Ma potrei citare che la Riforma della Sanità fa rima con Specialità o quella degli enti locali. E bisogna avere il coraggio di dire che certi argomenti non sono un tabù e quello di cui stiamo parlando oggi sarà al centro dei lavori dei consigli dei prossimi anni».
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