Serie di molestie tra ex o vicini di casa: il questore ammonisce dodici persone

Sono decine ogni anno i casi di stalking e violenza domestica (in misura minore) che finiscono “raccontati” nei fascicoli della polizia.

STALKING E AMMONIMENTI

Alcuni sfociano in un ammonimento, provvedimento amministrativo con cui il Questore invita l’autore delle molestie a mantenere una condotta rispettosa della legge. Altri, invece, vanno in archivio, ma ciò non significa che la procedura avviata dagli investigatori della Divisione Anticrimine – coordinata dal primo dirigente Stefano Pigani – non abbia sortito effetti. In molti casi il fatto che la persona venga informata dell’avvio del procedimento è sufficiente a far cessare le condotte vessatorie.

I DATI DEGLI ULTIMI DUE ANNI

Da inizio anno a ottobre la Questura ha emesso 12 ammonimenti per atti persecutori. Ventiquattro, invece, quelli archiviati e, di questi, due erano per ipotesi di violenza domestica. E attualmente sono una decina i casi in fase di valutazione. L’anno scorso gli ammonimenti erano stati 11, sempre per atti persecutori e due per violenza domestica. Trentasette, invece, i fascicoli archiviati nel 2019.

La richiesta di ammonimento non comporta l’avvio di un procedimento penale e viene scelta da chi non intende formalizzare una denuncia.

A seguito della diffusione del coronavirus, che ha portato a periodi di lockdown, le forze dell’ordine temevano possibili aggravamenti di situazione di tensione già note e, dunque, un aumento delle segnalazioni relative a violenze domestiche o atti persecutori. E invece ciò non si è verificato. Anzi, gli interventi sono diminuiti.

MOLESTIE TRA “EX” E TRA VICINI

Quando si parla di stalking il pensiero va a storie di “ex”, a relazioni clandestine o appena cominciate. E, in effetti, la maggior parte delle volte è così, ma non manca nemmeno, solo per fare un altro esempio, lo stalking tra vicini, fatto di dispetti continui, offese, danneggiamenti. Altri procedimenti, come accennato, riguardano frequentazioni avviate da poco e magari troncate unilateralmente da uno dei partner, contrariamente a quanto si aspettava l’altro. Quando in tali situazioni non prevalgono il rispetto reciproco, il buon senso e la capacità di dialogare, ma comportamenti inappropriati che mettono in imbarazzo, in difficoltà e a volte in pericolo l’altra persona, allora quest’ultima non ha altra scelta se non fare appello alle autorità.

Succede persino che azioni apparentemente positive, come ad esempio regalare fiori, risultino indesiderate dall’altra persona e lesive della sua vita privata. È il caso, accaduto tempo fa in Friuli, di due uomini rimasti vedovi che, dopo aver partecipato a incontri organizzati in ambito ospedaliero per favorire l’elaborazione del lutto, si erano innamorati delle operatrici sanitarie, tanto da fare loro regali, da attenderle nel parcheggio della struttura e da fare telefonate a casa dove c’era anche il marito. Per risolvere la situazione era dovuta intervenire la polizia.



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