Sequestro della cava Postir Il Comune sceglie il silenzio

SAGRADO. Il Comune di Sagrado si è immediatamente affidato ai legali per tutelare la propria immagine a seguito dell’avvenuto sequestro di una presunta discarica abusiva all’ex cava Postir. Il giorno dopo la notizia dell’operazione dei carabinieri del Noe, l’amministrazione comunale sceglie la strada del silenzio. Impossibile raggiungere il sindaco Elisabetta Pian, il vicesindaco Marco Vittori non intende entrare nel merito della questione. «Almeno per ora non commenteremo l'accaduto - fa sapere -. Posso solo dichiarare tutto lo stupore e l’amarezza per una vicenda dai contorni che per quanto ci riguarda sono ancora poco chiari. Ci siamo subito rivolti ai nostri legali affinché sia salvaguardata l’onorabilità dell'amministrazione. Leggeremo le carte e valuteremo, c’è molto che non ci convince». L'operazione portata a termine nei giorni scorsi dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Udine è stata compiuta nell’ambito di controlli di carattere ambientale, finalizzati a verificare la regolarità delle autorizzazioni in alcuni settori. Il Noe, in collaborazione con i Carabinieri della Procura di Gorizia e con quelli della Compagnia di Gradisca d'Isonzo, hanno messo sotto la lente e posto sotto sequestro un’area di circa 4mila metri quadrati all'ex cava Postir, secondo gli inquirenti abusivamente adibita a discarica. Posti sotto sequestro anche un escavatore e un camion utilizzati, sempre secondo gli inquirenti, per lo svolgimento di «attività illecite di conferimento di rifiuti speciali, per un valore complessivo quantificabile in circa 900mila euro».
Cinque le persone denunciate, due delle quali titolari di altrettante aziende del Medio Friuli. Ma una sorta di responsabilità oggettiva è stata riconosciuta anche all’amministrazione comunale sagradina, che il Noe tira in ballo per «omessa vigilanza sulle attività svolte nel sito» a carico di personale di un Ufficio Comunale, che - mediante appunto questa azione omissiva - avrebbe favorito in questo modo i comportamenti contestati. Secondo i militari le due aziende friulane del settore scavi e movimentazioni terre, in concorso tra loro, hanno gestito illecitamente e successivamente “tombato”», senza autorizzazione, circa 3mila metri cubi di rifiuti speciali (terre e rocce da scavo e fresato d'asfalto) provenienti da cantieri della provincia di Gorizia, stoccandoli proprio all'ex cava Postir di proprietà del Comune.
Le responsabilità emerse sono state ascritte ai titolari e ad alcuni dipendenti delle due aziende del Medio Friuli. Inoltre sono stati raccolti dagli inquirenti elementi utili a contestare ai dipendenti di una delle due aziende anche il furto di cospicue quantità di ghiaia, prelevate proprio da una parete della stessa ex cava.
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