Senza soldi per il dentista e in ospedale c’è la fila

UDINE. I soldi non bastano, e allora si taglia su tutto, a cominciare dalle spese per il dentista.
Le conseguenze, purtroppo, sono drammatiche. E non solo dal punto di vista estetico, visto che ormai si rinuncia a sostituire il dente caduto, a correggere i problemi di masticazione, a fare la pulizia del tartaro, ma si arriva anche a correre gravissimi rischi per la salute.
Com’è capitato a una ragazza di 20 anni friulana che è arrivata al dipartimento di Chirurgia maxillo facciale dell’ospedale di Udine ed è finita in Terapia intensiva a causa di un ascesso dentario. L’infezione aveva provocato una fascite necrotizzante, la ragazza aveva il collo gonfio, difficoltà respiratorie e le sue condizioni erano serie. Un ricovero d’urgenza, una terapia immediata e appropriata abbinati a un intervento chirurgico hanno permesso di risolvere una situazione che avrebbe potuto avere ben altro esito.
«Purtroppo, ogni anno vediamo diverse centinaia di persone con flemmoni e ascessi - assicura il primario della Chirurgia maxillo-facciale al Santa Maria della Misericordia di Udine Antonio Maria Miotti – le cause sono da attribuire a diversi fattori, ma certamente la crisi economica ha il suo peso in quanto vi sono persone che non si sottopongono ai controlli e alle cure necessarie perché si trovano in situazioni di indigenza, comportamenti che diventano ancora più rischiosi in presenza di patologie mediche come diabete o immunodeficienza, e sempre più spesso i pazienti attendono, perché non hanno la disponibilità economica, quando non per paura di andare dal dentista, finchè l’infezione si diffonde.
Spesso - aggiunge Miotti – arrivano da noi quando hanno gravi difficoltà ad aprire la bocca, o a respirare, trascurando completamente la prevenzione, doverosa per tutti e, in particolar modo, per i soggetti immunodepressi che sono stati sottoposti a radioterapia, e tardando a farsi visitare anche in presenza di carie o granulomi».
Fra i casi più recenti e più drammatici balzati alle cronache quello di Gaetana Priolo, la ragazza di 18 anni morta pochi giorni fa all’ospedale civico di Palermo a causa di uno shock settico polmonare causato dalle complicazione di un ascesso dentario. Stando alle prime risultanze dell’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo la ragazza non si era curata perchè non aveva i soldi per andare dal dentista. Finchè è stata colpita da un’infezione che ha raggiunto i polmoni.
«Questa ragazza, che di certo si trovava in una situazione di profondo disagio economico e sociale osserva il presidente dell’Albo odontoiatri Giovanni Braga -, è la vittima dell’inaccessibilità delle cure non per responsabilità degli odontoiatri, ma di un sistema pubblico che non dedica le necessarie risorse nella formulazione dei livelli essenziali di Assistenza in campo odontoiatrico e in adeguate campagne di sensibilizzazione e informazione. Patologie - continua Braga – come quelle fatali per la giovane palermitama avrebbero potuto essere affrontati in urgenza con un’adeguata terapia antibiotica, prescrivibile da qualsiasi medico di Pronto soccorso, se consultato tempestivamente».
È il caso estremo, inaccettabile. Ma lo sono pure quelli dei pazienti che arrivano in condizioni gravi all’ospedale di Udine per aver rinunciato alle cure dentistiche. Le stime a livello nazionale parlano di un crollo del 40% delle terapie odontoiatriche nel 2012, e intanto, l’odontoiatria pubblica rischia di esplodere. In un solo anno la domanda di assistenza specializzata alle strutture del servizio sanitario nazionale ha avuto un’impennata del 20% e, il numero di pazienti che si rivolgono all’Ass4 del Medio Friuli per le cure odontoiatriche è in continuo aumento.
«Il problema della crisi economica penalizza tutta la spesa dei cittadini, compresa quella per le cure odontoiatriche - - osserva Braga - noi da sempre ci battiamo per fare in modo che le persone non arrivino all’urgenza, indirizzandole a investire sulla prevenzione. Corrette abitudini di igiene domiciliare, l’uso quotidiano dello spazzolino e del filo interdentale, non solo prevengono la carie e le malattie delle gengive, ma possono anche migliorare il profilo di rischio per alcune patologie sistemiche».
Resta però aperto il problema dell’accessibilità alle cure. «Il servizio sanitario nazionale dovrebbe investire più risorse al potenziamento dei livelli di assistenza - incalza il presidente dell’Albo è inammissibile che tante persone non possano accedere all’Odontoiatria come servizio pubblico. Il fatto che l’Odontoiatria sia prevalentemente una libera professione non è una scelta di lobby, quanto una rinuncia dello Stato ad affrontare il problema dedicandovi sufficienti risorse e adeguate campagne di informazione» conclude Braga.
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