«Se le osterie resistono è perchè sono cambiate»
I titolari di alcuni locali della provincia confermano le difficoltà espresse in città «Cosa fa il Comitato? Poco, ma lasciamo lavorare il nuovo presidente Mancini»

«Cosa fa il Comitato Friulano Osterie per salvarle?». Se lo chiedono alcuni titolari di storici esercizi del Friuli Collinare che, come i loro colleghi udinesi, sono preoccupati della situazione difficile in cui si trovano oggi gli storici esercizi: «con il solo “taj” non si vive».
Fabio Gasparini, 45 anni gestisce l’antica osteria Da Bic a Rive d’Arcano, da due anni è iscritto al Comitato Friulano Difesa osterie. «Sono rimasto molto perplesso leggendo le dichiarazioni dell’ex presidente Enzo Driussi, soprattutto quando accusa i gestori di voler mantenere gli orari più simili a quelli dei ristoranti che a quelli di un’osteria. Io apro alle 9 e chiudo alle 23 e posso confermare che i problemi dei colleghi di Udine sono anche i nostri: non si riesce a sopravvivere solo con un taglietto e una partita a briscola. Tuttavia mi chiedo che cosa faccia il Comitato Friulano delle Osterie per salvarle – si chiede Gasparini –. Nel mio locale il comitato lo vedo una volta l’anno, quando c’è da ritirare la quota associativa. Idee, proposte, novità, non ci sono. Il Comune di Rive D’Arcano grazie al sindaco Cristina D’Angelo e all’assessore alla Cultura molte volte ha promosso eventi e manifestazioni per valorizzare i locali del territorio. Mi chiedo – aggiunge l’esercente – come mai un Comune riesce, nonostante le difficoltà a fare questo e il Comitato no».
«Non conosco il nuovo presidente quindi non posso giudicare – afferma Ranieri Chiarvesio 62 anni che gestisce l’antica osteria “al Gnotul “ da 13 anni –. Il mio orario va dalle 6.30 fino a quando l’osteria è vuota. Il “Gnotul” risale al 1648 . Non ho niente da dire sul rapporto del Comitato, il suo lavoro è sempre stato valido – aggiunge Chiarvesio –. È vero che l’osteria di una volta non esiste più, sono finiti i tempi della briscole e del ritrovo del paese, adesso per andare avanti si può cercare di essere la memoria storica delle tradizioni friulane. Non c’è più la clientela e quindi abbiamo dovuto diversificare l’offerta anche nel settore del ristorazione. Le critiche rivolte al comitato – precisa – mi sembrano premature. Lasciamolo lavorare il nuovo presidente, Enzo Mancini».
Roberto Palmieri titolare dell’osteria “Antica Bettola Da Marisa” a Rodeano Basso sempre in Comune di Rive D’Arcano e anche consigliere del Comitato, condivide il fatto che la vecchia osteria è in forte crisi: «Tutti hanno tutto a casa per cui anche nei paesi non c’è più la tradizione di uscire dopo cena, oppure al mattino presto quando andavano a portare in latteria il latte. L’osteria , allora, era un punto di ritrovo. “A buinore la sgnapùte”... Ora – conclude Palmieri, 65 anni da cinque generazioni osti – siamo tutti spostati nella ristorazione, anche quella è in forte crisi. Io tengo duro e apro ogni giorno il mio locale dalle 6.30 fino a quando non c’è più gente».
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