Scuola: Deganutti e Marinoni rischiano di sparire

È uno dei possibili effetti della riforma Gelmini. Con il maestro unico 737 insegnanti a casa
Il maestro unico lascia a casa centinaia di insegnanti. Dei 1.956 in cattedra nell’anno scolastico in corso nelle scuole della provincia, lo Snals stima che 737 perderanno il posto. Di questi 137 sono specialisti di inglese. Questa, però, non sarà l’unica conseguenza della riforma Gelmini che riprendendo una legge del 1990 punta sull’accorpamento delle scuole: in città sono a rischio l’istituto per geometri Marinoni e il tecnico Deganutti. Dopo il maestro unico arriva la norma che prevede l’accorpamento, a partire dal prossimo anno, delle direzioni didattiche e degli istituti con meno di 500 iscritti contenuta nel decreto-legge 154 dal titolo “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali”. Entro il 30 novembre, infatti, le Regioni dovranno ridisegnare anche la mappa delle istituzioni scolastiche provinciali. In città, secondo la Cgil e lo Snals a sfiorare il limite minimo e quindi a rischio accorpamento sono l’istituto per geometri Marinoni e l’istituto tecnico commerciale Deganutti. Il primo, compresi i corsi serali, può contare su 540 allievi, il secondo, invece, raggiunge le 619 unità. Facile prevedere che in queste scuole le iniziative di orientamento rivolte alle scuole medie saranno potenziate. Su queste stesse scuole restano puntati, inoltre, gli occhi delle rappresentanze sindacali preoccupate per il taglio di posti che potrebbe provocare la riforma Gelmini se saranno private della loro autonomia. La scure colpirà anche le scuole primarie visto che l’ingresso del maestro unico, solo in provincia, provocherà il taglio di 724 insegnanti. «Nell’anno scolastico in corso, nelle scuole del Friuli si contano 1.956 maestri comuni e 137 di inglese. Se sarà applicato il modello del maestro unico con un tempo scuola di 24 ore settimanali verranno meno 120 maestri all’anno per 5 anni e 45 di lingua inglese all’anno per tre anni. Il totale fa 737» spiega il segretario provinciale dello Snals, Mauro Grisi, nell’evidenziare che tra i 737 insegnanti che saranno scalzati dalla probabile introduzione del maestro unico una buona parte è precaria. «Va ricordato, però – continua Grisi – che in Friuli abbiamo precari con esperienze di insegnamento decennali alle spalle. Si tratta di persone non più giovanisseme che hanno contribuito a migliorare la qualità del servizio». Non a caso Grisi boccia l’eclusività delle 24 ore settimanali seppur chiarendo che la bozza del regolamento applicativo del decreto Gelmini prevede anche un orario di lezione settimanali articolato su 27 ore più 3 facoltative a carico delle scuole. Per garantirle, infatti, gli istituti dovranno trovare gli sponsor. Il percorso della riforma Gelmini viene seguito con attenzione pure a palazzo D’Aronco. Il sindaco, Furio Honsell, da tempo si è dichiarato contro il maestro unico, mentre l’assessore all’Istruzione, Kristian Franzil, è pronto ad aprire un tavolo con i dirigenti scolastici della città per valutare le conseguenze. Nei pensieri di Franzil ci sono le famiglie che di fronte all’introduzione del maestro unico vedranno ridurre di tre ore l’orario settimanale delle lezioni. «Dovremo valutare se potenziare i servizi di post-accoglienza e di doposcuola, ma in quel caso ci serviranno risorse aggiuntive». Da qui partià il ragionamento con i dirigenti scolastici.

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