Scuola agraria, dopo 130 anni il futuro si chiamerà Its

Sabato a Pozzuolo si concludono i festeggiamenti con l’Open day Il “Sabbatini” sulle orme del Malignani: vuole diventare Istituto tecnico superiore
Pozzuolo 04-06-2011 istituto agrario copyraight Pfp
Pozzuolo 04-06-2011 istituto agrario copyraight Pfp

di Domenico Pecile

POZZUOLO

È la scuola più antica della regione e tra le più antiche d’Italia. Era considerata una scuola per gli “ultimi”; oggi ha ben altre ambizioni. Nasce nel 1881 per volontà della nobildonna Cecilia Gradenigo, moglie del conte Stefano Sabbatini, che con il proprio lascito diede il via a un’istituzione destinata a formare i tecnici dell’agricoltura friulana consentendo anche ai figli delle famiglie povere di accedere a un percorso scolastico. Da allora i diplomati sono stati quasi 2 mila. Senza contare che dal 1936 al 1965 nell’istituto ha funzionato la scuola di Avviamento professionale (sezione maschile e femminile) con oltre 1.500 iscritti. Erano soprattutto figli di contadini, allora. Ma anche ragazzi “difficili”, a volte sbandati. Socialmente border line, come si direbbe oggi. Quella scuola aveva anche anche il compito di ammortizzatore sociale: non allontanava, non ghettizzava i giovani. E in più garantiva loro un minimo di istruzione che in quegli anni non era certo poca cosa. L’istituto può, tra l’altro, annoverare grandi docenti tra i quali spicca il nome dello scrittore Carlo Sgorlon, che insegnò italiano.

Oggi, l’Istituto “Sabbatini” di Pozzuolo dispone di moderne aule didattiche, di un’azienda agraria di oltre 20 ettari di terreno e di laboratori che supportano le attività teoriche, tra cui le serre per l’ortoflorovivaismo, il vigneto e il meleto a conduzione biologica e la stazione agro-meteorologica. Completano l’offerta didattica una fornita biblioteca, aule di informatica, la palestra per le attività sportive e il convitto annesso (una settantina di posti-letto). Inoltre, è accreditato come “fattoria didattica”.

In Friuli ci sono quattro istituti legati all’agricoltura: quelli di Spilimbergo, Cividale e Gradisca che sono istituti tecnici. E quello di Pozzuolo, appunto, che è Istituto professionale. Attualmente ospita circa 160 studenti. Garantisce un diploma dopo il triennio oppure anche quello dei cinque anni che, volendo, spalanca la porta dell’università. Anno dopo anno si sta assottigliando il numero dei ragazzi che provengono da famiglie contadine. Gli sbocchi occupazionali, nonostante la crisi abbia sfregiato anche l’agricoltura, restano buoni soprattutto nei settori vitivinicolo, zootecnico e cerealicolo.

Ma oggi la vera scommessa dell’Istituto professionale agrario è un’altra. Ed è legittimamente ambiziosa e assolutamente realistica: puntare cioè a diventare, dopo il Malignani, il secondo Its (Istituto tecnico superiore) della Regione. Lo scorso 26 marzo, giornata di apertura dei festeggiamenti per i 130 anni dell’Istituto, l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Violino, durante il suo intervento (ma dello stesso avviso si era dichiarato anche l’assessore all’Istruzione, Roberto Molinaro) aveva caldeggiato con forza il futuro dell’Istituto in ottica Its, ovvero un Istituto tecnico superiore con prolungamento a 7 anni del percorso formativo dei giovani in agricoltura, consentendo così la specializzazione dopo il diploma delle scuole superiori. Insomma - come ha detto subito dopo l’assessore Violino – se è vero che un tempo la scuola di agraria veniva fatta frequentare ai ragazzi apparentemente meno portati allo studio, mentre per quelli più volonterosi le famiglie puntavano sulle scuole umanistiche, oggi la situazione è profondamente cambiata. E la società, non soltanto l’agricoltura, per poter disporre di beni alimentari genuini, di pregio, di qualità, ha sempre maggiore necessità di specialisti nel settore primario.

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